I cento giorni di Donald Trump
Trump marcia verso i primi 100 giorni: sanità out e Wall Street in. Ecco i top e flop del presidente Usa
Siamo arrivati a metá dei significativi primi 100 giorni di Donald J. Trump come 45mo presidente degli Stati Uniti. Cosa possiamo aspettarci nei seguenti 1,430 giorni rimanenti?
A livello internazionale e quello dell’occupazione molto, a livello sicurezza e garanzie nazionali poco.
Ecco un elenco di possibili miglioramenti e peggioramenti.
Miglioramenti: Politica estera, impiego manuale, esportazioni, Wall Street, media tradizionali, valuta del dollaro, infrastrutture, costo dei farmaci, guerra alla criminalitá e piú incolumitá personale.
Peggioramenti: costi per la sanitá, ambiente, garanzie bancarie, sicurezza sul lavoro, sull’alimentazione, sui farmaci, sui voli e acqua potabile; corruzione, servizi sociali, livello di povertá, costo della vita, fanatismo religioso, divisioni sociali e politiche, spese federali e deficit, interessi bancari.
In questi quattro anni, gli Usa ed il mondo intero dovranno abituarsi ad un presidente che non ha timore di minacciare politici del suo stesso partito (rivolto a Paul Ryan, il presidente della Camera ed il piú potente Repubblicano del Congresso: “Se fará il bravo con me, io lo saró con lui”), non ha filtri linguistici: puó dire ció che pensa senza badare che sia accurato, senza conseguenze e senza che la stampa debba tradurre il tradizionale politichese o il linguaggio diplomatico (il cosiddetto “doublespeak”).
Da questo presidente bisogna anche e comunque aspettarsi molte contraddizioni, tipo:
“Se mai mi candideró, faró meglio come Democratico che Repubblicano”, Playboy, marzo 1990.
“Sono un tesserato Repubblicano e piuttosto conservatore”, CNN, 8 ottobre 1999.
“Sareste sbalorditi se vi dicessi che mi identifico come Democratico”, CNN, 21 marzo 2004.
“Sono Repubblicano e molto conservatore”, The Hugh Hewitt Show, 25 febbraio, 2015.
“Sono completamente a favore dell’aborto”, Fox News, 31 ottobre 1999.
“Sono contro l’aborto”, CPAC, 10 febbraio 2011.
Le conseguenze di questa propensione a contraddirsi saranno che ogni sua dichiarazione non verrá presa sul serio, e allo stesso tempo lo renderá piú opportunista, meno prevedibile e quindi meno vulnerabile.