Inferno a Rio de Janeiro, almeno 132 morti nell’operazione di polizia più sanguinosa della storia - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 18:09

Inferno a Rio de Janeiro, almeno 132 morti nell’operazione di polizia più sanguinosa della storia

Obiettivo una rete di traffico di droga legata alla fazione criminale Comando Vermelho

di Arianna Conti

Rio de Janeiro, maxi operazione di polizia si trasforma in strage: almeno 132 morti

È di almeno 132 morti il bilancio della massiccia operazione di polizia condotta nei complessi a nord di Rio de Janeiro, in Brasile. Lo riferiscono fonti dell’ufficio del Difensore civico, citate dall’Afp. Si tratta del più sanguinoso intervento delle forze dell’ordine nella storia dello Stato di Rio.

L’operazione, battezzata “Operação Containment”, è stata lanciata congiuntamente da polizia civile e militare e ha visto impegnati oltre 2.500 agenti. L’obiettivo era colpire una rete di traffico di droga legata alla fazione criminale Comando Vermelho, che secondo la Procura stava tentando di espandere il proprio controllo nei complessi di favelas strategici per il narcotraffico.

Secondo quanto dichiarato inizialmente dal governatore di Rio, Cláudio Castro, l’operazione aveva portato a “56 arresti e alla neutralizzazione di 18 criminali”, ma il bilancio è andato rapidamente aggravandosi. In una successiva conferenza stampa, Castro ha parlato di almeno 60 morti, prevedendo un ulteriore aumento “man mano che le salme vengono registrate all’Istituto di medicina legale”. Le autorità hanno poi confermato il sequestro di 31 fucili e l’arresto complessivo di 81 persone, tra cui uno dei leader del Comando Vermelho. Secondo i media locali, tra i 132 morti figurano sia sospetti che agenti di polizia.

Durante i violenti scontri, i criminali avrebbero utilizzato droni per lanciare esplosivi contro agenti e civili. Diversi residenti hanno denunciato sparatorie diffuse e strade bloccate, mentre scuole e strutture sanitarie sono state costrette a sospendere le attività nelle aree interessate. La Procura brasiliana ha confermato che tra i principali obiettivi figuravano i leader del Comando Vermelho Edgar Alves de Andrade, detto Doca, e Pedro Paulo Guedes, noto come Pedro Bala.

Il governatore Castro ha colto l’occasione per denunciare la mancanza di supporto del governo federale e ha criticato la sentenza della Corte Suprema che limita le operazioni di polizia nelle favelas, sostenendo che tale decisione “ha favorito l’espansione del traffico di droga” nello Stato di Rio.

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