Israele, 75 anni fa la nascita dello Stato. Una storia scritta con il sangue - Affaritaliani.it

Esteri

Israele, 75 anni fa la nascita dello Stato. Una storia scritta con il sangue

L'opinione di M. Alessandra Filippi

Dalla dichiarazione d'indipendenza, passando per i venti insurrezionali sul fronte dell'impero Ottomano fino al conflitto con la Palestina

Figlia dell’ambigua e controversa Dichiarazione Balfour, la Risoluzione 181 votata il 29 novembre 1947 prevedeva la nascita dello stato ebraico, al quale veniva assegnato il 56% del territorio, e uno stato arabo da far sorgere sulla restante parte; Gerusalemme avrebbe conservato lo stato di corpus separatum, sotto l'egida dalle Nazioni Unite. Questa spartizione, approvata a larga maggioranza, accettata dal Movimento sionista e respinta da tutta la comunità araba, non è mai stata attuata.

All’indomani della costituzione dello Stato di Israele, il 15 maggio 1948 gli eserciti di Egitto, Siria, Transgiordania, Iraq e Libano lo invadevano. Malgrado non avesse ancora rafforzato le strutture del suo esercito, grazie all'appoggio di Stati Uniti e della Gran Bretagna, alle forti connessioni internazionali, all'ottima preparazione, a un equipaggiamento superiore a quello delle truppe arabe, per altro mal governate, Israele riportava una schiacciante vittoria sulle forze nemiche, invadendo la penisola del Sinai, e incorporando nei propri confini la Galilea orientale, il Negev e una striscia di territorio fino a Gerusalemme, occupando metà della città. 

Nel corso di questo primo conflitto oltre 500 villaggi e 10 città arabe sono stati distrutti o rasi a suolo, cancellati dalla faccia della terra dall’esercito israeliano, al solo scopo di assicurarsi che nessuno potesse farci ritorno. Ad oggi si stima che solo nel periodo compreso fra maggio 1948 e la primavera del 1949 siano stati oltre 750 mila gli arabi deportati da Israele, espulsi dalle loro case, dalle loro città, dalla loro terra. Nel 1949 una serie di trattati di armistizio separati sono stati firmati fra lo Stato di Israele e l'Egitto, il Libano, la Giordania e la Siria.

Da allora il conflitto non ha mai trovato una soluzione. Sanguinose ondate repressive si sono succedute, unitamente ad altrettante reazioni scomposte. I Diritti Umani vengono calpestati ogni giorno nei cosiddetti Territori Occupati. Ogni tentativo per arrestare questa lunga scia di sangue, di fuoco e di odio è stato vano. Sangue a fuoco continuano a scorrere, nonostante il cessate il fuoco raggiunto ieri sera tra la parte palestinese e quella israeliana. Un accordo reso possibile dalla mediazione egiziana, e che arriva alla vigilia di un giorno che per il popolo ebraico è la Festa dell'Indipendenza. E per gli arabi l'anniversario della al-Nakba - il Disastro -, l'inizio di un drammatico interminabile calvario. Una tortura psicologica crudele, con la quale è impossibile scendere a patti e convivere. Una notte senza giorno il cui orizzonte si fa sempre più oscuro.