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Esteri
La ricetta di Trump per battere l'Isis? Controlli "estremi" sugli immigrati

Una settimana dopo la presentazione del suo piano economico, Donald Trump ha anticipato la sua road map per sconfiggere il terrorismo. La ricetta del candidato repubblicano alle elezioni presidenziali americane del prossimo novembre passa per "controlli estremi" sugli immigrati, la creazione di nuove alleanze e per "operazioni militari congiunte", anche con la Russia. Parlando ieri dall'Ohio, Trump ha spiegato che "è ora" di screening migliori volti a fermare gli estremisti intenzionati a entrare negli Stati Uniti. "Una nuova politica sull'immigrazione è necessaria", ha detto precisando che gli attacchi che hanno colpito lo scorso giugno Orlando (Florida), lo scorso dicembre San Bernardino (California) e prima ancora, nell'aprile 2013, la maratona di Boston (Massachusetts) hanno "coinvolto immigrati o figli di immigrati". Secondo il miliardario newyorchese, solo coloro che accetteranno una visione "tollerante" della società americana saranno ammessi nel Paese. "Durante la Guerra Fredda, avevamo test ideologici. E' tempo e ora che ci siano nuovi test e screening alla luce delle minacce odierne", ha continuato proponendo di sottoporre a tali prove non solo "tutti i membri o simpatizzanti di gruppi terroristici" ma anche "chiunque abbia atteggiamenti ostili verso il nostro Paese o i suoi principi".

E dopo essere stato definito "non americano" dal vicepresidente Joe Biden, che ieri faceva campagna elettorale con la candidata democratica Hillary Clinton in Pennsylvania, Trump ha attaccato la rivale accusandola di non avere "l'energia fisica e mentale" per combattere contro l'Isis. Trump ha tirato in ballo anche la politica sull'immigrazione del cancelliere tedesco. "Clinton vuole essere la Angela Merkel d'America e sapete bene che disastro è stata l'immigrazione di massa in Germania; il crimine ha raggiunto livelli che nessuno pensava di dovere mai vedere". E se la settimana scorsa aveva usato il suo solito sarcasmo per dire che l'ex segretario di Stato e il presidente Barack Obama sono i "fondatori dell'Isis", ieri il candidato repubblicano ha elaborato il suo pensiero: "La politica estera di Obama e Clinton ha sprigionato l'Isis, destabilizzato il Medio Oriente e messo l'Iran in una posizione dominante di potenza regionale". Per Trump, i leader democratici hanno creato un "vuoto che ha permesso l'ascesa del terrorismo". Ancora una volta, il candidato del Gop ha dato dell'"incompetente" a Obama. Promettendo nuove partnership con Israele, Egitto e Giordania, Trump ha fatto capire che verrebbe comodo agli Usa unire le forze con la Russia per fermare il gruppo terrorista. Secondo il New York Times, il discorso di ieri del magnate dell'immobiliare dimostra come la sua campagna stia cercando di spingere l'attenzione del pubblico oltre il divieto di ingresso in Usa dei musulmani, tanto inneggiato da Trump. D'altra parte, una tale proposta è stata oggetto di polemiche, alimentate ancora di più dall'ipotesi che a chi entra in America venga fatto un test sulla fede religiosa. Ora il suo staff vuole spostare il focus sui controlli di persone in arrivo da regioni compromesse dal terrorismo. Il problema è che è sempre più difficile tenere a bada la lingua di Trump che, ormai si sa, non conosce freni.

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