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Usa/ Sanders vince in Alaska, Hawai e Washington

Bernie Sanders segna altri tre punti nella sfida a Hillary Clinton per la nomination democratica alla Casa Bianca. Il senatore liberal si aggiudica i caucus nello Stato di Washington, in Alaska e alle Hawaii, un risultato che se non sposta gli equilibri, tuttora a favore dell'ex segretario di Stato, gli permette di dire che è "in cammino verso la vittoria" e lo conforta nell'intento di giocarsela fino alla convention.

I democratici hanno votato in Alaska, nello Stato di Washington e alle Hawaii con la formula dei caucus, la più congeniale per Sanders, anche in questo caso capace di galvanizzare le folle. A Seattle in 15mila hanno partecipato al suo comizio alla vigilia del voto e l'affluenza alle urne è stata ovunque massiccia, un indicatore positivo che già in passato aveva giocato a favore del senatore 74enne.

In quest'ultima tornata di primarie democratiche sono in ballo 142 delegati, da distribuire su base proporzionale. Non sono sufficienti per ribaltare la situazione e mettere Sanders in condizione di battere Clinton, ma sono indicativi, soprattutto se si considera che il senatore del Vermont vince con largo margine. In Alaska il senatore ha ottenuto l'80,7%, mentre Clinton si è fermata al 19,3%. Nello Stato di Washington Sanders ha avuto il 72,3% delle preferenze contro il 27,6% di Clinton. Alle Hawaii sulla stessa falsariga 70,6% per il senatore e 29,2 per l'ex segretario di Stato.

Il risultato dello Stato di Washington arriva mentre Sanders sta già parlando a una folta platea a Madison, in Wisconsin, una delle prossime tappe delle primarie, e viene accolta con un urlo di gioia. "Siamo in cammino verso la vittoria", esulta il candidato, "nessuno può negare che la nostra campagna stia vivendo un momento favorevole. Vediamo un'enorme affluenza e la vittoria è anche portare la gente nel processo politico".

Quindi i giovani, il suo fiore all'occhiello: "Elezione dopo elezione stiamo vincendo con una straordinaria percentuale di giovani, e per me sono giovani anche i 45enni. Vinciamo con il futuro dell'America. Con i giovani di questo Paese che lo amano al punto da volerlo rendere migliore e per questo sono disposti a battersi".

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