Boom di vendite di armi in Svizzera: + 20% dopo gli attacchi a Parigi
In un anno il numero di armi vendute in Svizzera è aumentato del 20%. Gli armaioli fanno affari d'oro per un picco di ordini dopo gli attacchi del 13 novembre a Parigi e Saint-Denis. Nel 2015 diversi cantoni svizzeri hanno ricevuto molte più richieste di cittadini che intendono ottenere l'autorizzazione per l'acquisto di un'arma da fuoco. I dati rivelati parlano chiaro: un aumento del 20%. E nel cantone di Lausanne l'incremento è stato addirittura del 73%.
Ottenere una licenza non significa necessariamente avere subito una calibro 9. Ma Pierre-Olivier Gaudard, responsabile per la prevenzione del crimine della Polizia cantonale di Vaudoise, osserva che questo fenomeno è legato a una crescente insicurezza nel paese elvetico che ha spinto i cittadini a volersi proteggere.
Un armaiolo della Svizzera romanda ha registrato tra i suoi clienti una vera e propria "psicosi" legata agli attacchi di Parigi. Nel mese di dicembre ha battuto il suo record di vendite, ha affermato alla televisione Radio Svizzera.
Una volta acquistato la pistola o il fucile, il titolare deve tenere l'arma a casa non essendoci il permesso per il trasporto. Avranno presto in tutta la Svizzera una pistola nell'armadio? Gli esperti sono cauti e ritengono che questa esplosione statistica potrebbe essere in parte dovuta al boom della pratica sposrtiva o a una modifica normativa introdotta nel 2008 che richiede ai possessori di armi di segnalare qualsiasi nuovo acquisto.
La densità di armi detenute in Svizzera è comunque la quarta al mondo dopo gli Stati Uniti, la Serbia e lo Yemen.