Esteri
Tensioni nucleari Russia-Usa, il generale non ha dubbi: “Siamo in una nuova guerra fredda”
Il Generale Chiapperini: “La condotta di Trump non deve essere vista solo in chiave anti-russa, ma costituisce un monito anche per la Cina, l’Iran e la Corea del Nord”

Luigi Chiapperini
Tensioni Mosca-Washington: parla Luigi Chiapperini, Generale di Corpo d’Armata dei Lagunari
Aumentano le tensioni tra Mosca e Washington dopo la dichiarazione del leader del Cremlino Vladimir Putin di una possibile ripresa dei test nucleari. Ma a crescere non solo gli attriti tra le due grandi potenze, ma anche i timori e gli interrogativi: ci troveremo presto davanti ad “nuova Guerra fredda”?
A chiarire ogni dubbio è Luigi Chiapperini - Generale di Corpo d’Armata dei Lagunari in quiescenza, analista militare del Centro Studi dell’Esercito, già comandante dei contingenti multinazionali in Kosovo, Libano e Afghanistan - che ad Affaritaliani ha svelato le intenzioni strategiche che si celano dietro le mosse dei due leader e ha spiegato quali scenari concreti potrebbero aprirsi nei prossimi giorni.
Cosa significa, in concreto, la decisione di Trump di avviare ‘test nucleari su base paritaria’? Quali scenari pratici si aprono sul piano militare e strategico?
“Trump ha anche sottolineato che gli Stati Uniti sono la potenza nucleare più forte del mondo. L’aggiunta della parola “paritaria” invece sembra un parziale ripensamento rispetto alle dichiarazioni precedenti che apparivano molto più assertive e che avevano fatto paventare il riavvio unilaterale di test nucleari condotti con esplosioni devastanti sul terreno aperto e nell’atmosfera. In realtà, i test possono essere effettuati anche nel sottosuolo, con effetti nulli sulla superficie terrestre, o senza una vera e propria esplosione, in laboratorio.
Non è dato sapere a quali di questi test si riferisse Trump, ma verosimilmente le sue dichiarazioni vanno lette come una risposta forte agli annunci enfatici e trionfalistici di Putin sul successo, da verificare se vero o presunto, di nuovi progetti russi inerenti ad esempio ai missili cruise a propulsione nucleare Burevestnik (Uccello di Tempesta) o ai missili intercontinentali Sarmat e Oreshnik o ancora al veicolo subacqueo senza equipaggio Poseidon, tutti sistemi che si avvalgono della tecnologia nucleare.
Insomma, c’era da aspettarsi che Trump, stante la sua indole, rispondesse per le rime a Putin lanciando un segnale chiaro. La sua condotta non deve essere vista solo in chiave anti-russa, ma costituisce un monito anche per la Cina, l’Iran e la Corea del Nord. Gli Usa non intendono perdere la leadership mondiale sul piano militare e, ove possibile, anche strategico, in un mondo i cui equilibri si fanno sempre più instabili e complessi.”
Putin parla di una ‘risposta adeguata’ e di possibili test nucleari russi. Cosa possiamo aspettarci realisticamente nelle prossime settimane? È più retorica politica o rischiamo davvero l’apertura di un nuovo capitolo nella corsa agli armamenti nucleari?
“‘Risposta adeguata’ è il minimo che potesse dire Putin. È la forma più usata nella diplomazia quando nascono le crisi e, a parte le strette di mano di facciata, una congiuntura difficile c’è. Non credo che nell’immediato cambierà qualcosa in maniera epocale ma molto dipenderà dalle scelte degli attori in campo.
Siamo già nuovamente in piena corsa agli armamenti, compresi quelli nucleari. Una corsa che, è bene rammentarlo, è stata avviata dalla Russia con l’aggressione all’Ucraina. Anche l’Europa si è dovuta necessariamente e finalmente svegliare dal lungo e colpevole letargo in cui era entrata dopo la fine della Guerra Fredda.”
Quali rischi concreti corre la stabilità globale se questa escalation tra Stati Uniti e Russia dovesse continuare? Possiamo parlare di una nuova ‘guerra fredda’ nucleare?
“Sicuramente siamo già in una nuova “guerra fredda”, multipolare e anche nucleare. La differenza con quella del secolo scorso è che non ci sono più due blocchi distinti, l’Est a guida sovietica e l’Ovest a guida statunitense, ma molti attori che in questa situazione confusa cercano di ritagliarsi una posizione di vantaggio sfruttando nuove e vecchie tecnologie distruttive.
È il caso della Corea del Nord, l’ultima ad aver effettuato un test nucleare nel 2017, e la Cina la quale punta a colmare il divario con Usa e Russia in termini di disponibilità di armi nucleari. La speranza è che qualcosa di positivo accada prima della scadenza tra 100 giorni dell’accordo New Start. Ma la direzione intrapresa porta in tutt’altra direzione."
