Esteri
A Tripoli l'esercito spara sui manifestanti
Spari sui civili a Tripoli: proteste contro il premier Dbeibah dopo l’uccisione del miliziano al‑Kikli. Tajani: «Tutti gli italiani rientreranno entro stasera da Misurata»

La Libia è di nuovo sull’orlo del baratro. Nella notte tra il 14 e il 15 maggio 2025, le forze di sicurezza del governo di unità nazionale hanno aperto il fuoco contro centinaia di manifestanti davanti alla residenza del premier Abdelhamid Dbeibah e alla sede dell’ex Apparato di Supporto alla Stabilità, ora occupata dalla Brigata 444. I civili protestavano per chiedere le dimissioni del premier dopo l’uccisione di Abdul Ghani al‑Kikli, capo della milizia Ssa, attribuita proprio al comandante della Brigata 444, Mahmoud Hamza. Gli scontri tra milizie rivali dei giorni scorsi avevano prodotto un fragile cessate il fuoco, ormai evaporato. In mezzo al caos, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, da un vertice NATO in Turchia, ha assicurato: «Entro stasera tutti gli italiani che intendono rientrare lo faranno. La partenza è prevista dall’aeroporto di Misurata, quello di Tripoli resta chiuso». La Farnesina monitora l’evacuazione, garantendo che «non c’è alcuna intenzione di colpire cittadini italiani».