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Esteri
Trump chiama il COVID-19 virus cinese. La Cina ritira press card ai media Usa

La Cina ha chiesto ai giornalisti con passaporto statunitense di tre testate americane presenti nel Paese asiatico di riconsegnare la press card entro dieci giorni, in risposta alla mossa degli Usa di identificare alcuni media cinesi su suolo Usa come "missioni straniere" limitandone il personale.

I giornalisti statunitensi "non avranno il permesso di continuare a lavorare come giornalisti nella Repubblica Popolare Cinese, incluse le regioni amministrative di Hong Kong e Macao", si legge in un comunicato emesso in tarda serata dal ministero degli Esteri di Pechino.

Le tre testate Usa sono New York Times, Wall Street Journal e Washington Post. In piu', le filiali di queste testate e di Time e di Voice of America dovranno fornire dichiarazioni scritte sul proprio personale, la situazione finanziaria, l'organizzazione e i beni immobili in Cina.

La mossa e' una "contromisura necessaria" alla "discriminazione e repressione politica" ai danni dei media cinesi avvenute negli ultimi anni, si legge nella nota. Nelle scorse settimane, gli Stati Uniti avevano identificato alcuni media cinesi come "missioni straniere", imponendo un tetto massimo di persone che possono essere impiegate presso questi media sul suolo statunitense, una mossa che Pechino ha definito oggi "un comportamento oltraggioso".

La decisione di Pechino arriva in un momento di alta tensione tra Cina e Stati Uniti, dopo che nelle scorse settimane il ministero degli Esteri cinese aveva comunicato il ritiro della press card a tre giornalisti del Wall Street Journal, costretti a lasciare il Paese, dopo un editoriale dal titolo giudicato "razzista" da Pechino sugli sforzi della Cina nel contenimento dell'epidemia di coronavirus. Nelle scorse ore, in Cina c'e' stata indignazione per le parole usate dal presidente Usa, Donald Trump, ha definito il coronavirus "virus cinese" - termine che Pechino respinge - e che Trump ha difeso oggi, definendolo "accurato" per indicare la provenienza della malattia.

Il segretario di stato americano Mike POMPEO ha accusato la Cina di non voler permettere al mondo di sapere cosa sta succedendo nel paese, mentre è in corso la crisi del coronavirus. Il capo della diplomazia americana lo ha detto dopo che Pechino ha deciso l'espulsione di giornalisti del Washington Post, il New York Times e il Wall Street Journal. "Privano il mondo della possibilità di sapere cosa avviene veramente all'interno del loro paese. Mi rincresce che la decisione odierna della Cina riduca ulteriormente la capacità mondiale della libertà di stampa, che francamente sarebbe una buona cosa per i cinesi in questi tempi incredibilmente difficili a livello globale", ha detto Pompeo. 

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