Esteri
Ucraina, iniziato lo scambio di prigionieri con Mosca. L'armata russa marcia verso Dnipro
L'armata russa si muove e Trump approva. La risposta alla distruzione di 20 aerei da parte di Kiev

Vladimir Putin
Nato, Rutte chiede incremento 400% sistemi difesa antiaerea
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha chiesto un incremento del 400% dei sistemi per la difesa antiaerea a disposizione dell'alleanza. "Vediamo in Ucraina come la Russia lanci il terrore dall'alto, quindi rafforzeremo lo scudo che protegge i nostri cieli", ha detto l'ex premier olandese in un discorso che terrà nelle prossime ore presso la sede del think tank Chatham House a Londra, secondo quanto viene anticipato.
Mosca: "Iniziato lo scambio di prigionieri con Kiev"
Il ministero della Difesa russo afferma che un primo gruppo di prigionieri di guerra russi di età inferiore ai 25 anni è stato rimpatriato nell'ambito degli accordi assunti da Mosca e Kiev il 2 giugno a Istanbul e sostiene che "un numero analogo di prigionieri di guerra ucraini è stato trasferito in cambio". Lo riportano le agenzie di stampa Ria Novosti e Tass.
Ucraina, ecco la vendetta di Putin: l'armata russa marcia verso Dnipro
La guerra in Ucraina non conosce tregua, anche gli ultimi negoziati a Istanbul si sono dimostrati un flop totale, complice anche il fatto che il giorno prima l'esercito di Zelensky con l'operazione "tela di ragno" aveva distrutto almeno 20 aerei da combattimento russi. Per gli Usa la vendetta di Putin non si è ancora consumata e Trump approva questa nuova offensiva di Mosca. Le ultime notti in bianco di Kiev e di Kharkiv sarebbero state - riporta Il Corriere della Sera - solo un assaggio, ci si aspetta ben altro: una pioggia di missili sui palazzi governativi. "Sarà un attacco enorme, feroce, implacabile — rivela una fonte riservata alla Reuters —, ma gli ucraini sono un popolo coraggioso…".
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Il segnale arriva dalle mosse dell'armata russa. "La 90esima Divisione blindata continua l’offensiva nel Dnipropetrovsk". Se vero, - prosegue Il Corriere - sarebbe la prima volta che i russi si spingono fino alla culla cosacca, che non è mai stata fra le cinque regioni rivendicate dall’Operazione Speciale: è il polmone minerario dove si è riparato un milione di profughi del Donbass. In novembre, Mosca aveva già testato qui il micidiale missile Orechnik, aprendo un altro fronte. "Teniamo le posizioni", negano gli ucraini, accusando il nemico di fare disinformazione. Anche Zelensky vede rischi alti, in questa regione: gli tocca spostarvi i soldati già stremati che difendono il Donbass, e la coperta si fa sempre più corta. I nervi sono tesi. "Aspettiamo ancora una risposta dagli Usa per la difesa aerea", protesta il presidente ucraino: servono altri Patriot e "segnali concreti, non parole".