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Esteri
Usa. Il Governo preoccupato dal contagio e dalle ricadute nell’anno elettorale

Come previsto da tutti gli esperti statunitensi, in primis da quelli del Dipartimento Nazionale delle Malattie Allergologiche ed Infettive guidato da Anthony Fauci, il Coronavirus si sta allargando nel Paese.

32 Stati hanno confermato persone contagiate e 427 sono state curate. Al momento sei Stati, compreso quello di NewYork

hanno dichiarato lo stato di emergenza.

Gli Stati Uniti alle prese con i primi contagi

Il problema più urgente che il Governo si trova ora ad affrontare è quello della Nave da Crociera Grand Princess ferma nella baia di San Francisco con 3500 persone a bordo che ha diverse persone infettate a bordo. 21 contagi sono emersi dai primi esami fatti su circa 50 croceristi.

La scelta del Governo sembra essere quella di farli sbarcare in un porto non commerciale ad Oakland per fare la quarantena, senza alcuna distinzione tra passeggeri ed equipaggio.

La California, uno degli Stati in emergenza, ha invece già anticipato che a breve sarà inevitabile chiudere le scuole.

A sorpresa gli ospedali di tutto il Paese della ricca America si confrontano con la mancanza di maschere per la prevenzione.

Il capo del Comitato di crisi, il vicepresidente Mike Pence, ha confermato due punti importanti: il primo che si cercherà di dare le maschere a tutto il personale sanitario che interagisce con i pazienti e il secondo che, dopo le gravi mancanze accadute nelle scorse settimane per quanto riguarda la distribuzione dei ‘tamponi’, tutti i laboratori dello Stato sono ora in condizione di fare i test.

Gli Stati Uniti alle prese con i primi contagi

Un po’ per i costi dei test, un po’ per l’iniziale mancanza degli stessi i controlli finora sono stati fatti veramente a poche persone, meno di 6000 fino ad ora, la metà di quelli fatti in un giorno dalla Corea del Sud e altrettanto più bassi di quelli che ha fatto fino ad ora l’Italia.

Qui, in questa gestione della crisi, vi è un elemento non di poco conto che prende il nome di ‘elezione presidenziale’.

Per Donald Trump il virus sembra essere una grossa gatta da pelare (più pericolosa di Biden o Sanders) soprattutto se l’epidemia influirà sui posti di lavoro e sul trend economico in generale. Già gli indici di Borsa americani a Wall Street hanno chiuso due settimane da dimenticare con perdite pesanti come nel terrificante crollo del 2008. Il cavallo di battaglia del Presidente è sempre stato l’economia in suoercrescita. Se dovesse cambiare rotta per Trump non sarebbe un problema

da poco.

Ecco perché il leit motiv di tutta l’unità di crisi governativa è trasmettere calma e fiducia. Fiducia soprattutto nella Sanità pubblica a stelle e strisce, considerata da Trump ‘la migliore al mondo’.   

Gli Stati in emergenza possono reclutare personale sanitario in più e comprare forniture sanitarie per prepararsi all’emergenza.

Le raccomandazioni sono ancora quelle di non viaggiare in Cina, in Asia e in Italia.

Chi ritorna nel Paese, soprattutto da un viaggio in Cina, ma ora anche in Iran, Italia e Sud Corea può’ essere sottoposto a quarantena.

 

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