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Esteri
USA, in recessione da febbraio ma con segnali di forte ripresa
(fonte Lapresse)

'A febbraio gli Stati Uniti sono entrati ufficialmente in recessione economica’ così afferma il National Bureau of Economic Research.

E’ la prima volta, dal 1979, che l’NBER dichiara così velocemente una flessione dell’economia, ma questa volta la caduta è stata improvvisa e rapidissima. Il lockdown e la social distancing imposte dalle norme di sicurezza hanno fatto crollare intere aree produttive dell’economia statunitense, dal mondo delle crociere, alle compagnie aeree, dai ristoranti ai teatri. La dichiarazione di NBER è semplice e netta’ la portata senza precedenti del crollo occupazione e di quello produttivo e la loro entità configura questo momento come una vera e propria recessione’.

Oltre 42 milioni di americani hanno perso il lavoro ufficiale e non si contano quelli che non figurano in quanto non ufficiali. Molte società hanno fatto riferimento al Chapter 11 e hanno dichiarato bancarotta. Tra queste J.Crew, Hertz e JCPenney.

La pandemia ha messo fine ad una cavalcata dell’economia storica di ben 120 mesi.Il primo trimestre dell’anno ha visto un calo del PIL del 5% e le previsioni per i secondi tre mesi sono altrettanto pessimistiche.

In un caso di crollo dell’economia come quello accaduto nel 2008 con i fallimenti di Lehman Brothers e Bear Stearns l’Istituto aveva dichiarato lo stato di recessione tecnica solo un anno dopo.

Ma nelle valutazioni di NBER vi sono anche considerazioni che inducono ad un cauto ottimismo. La speranza è che la caduta economica così rapida possa portare ad un rimbalzo altrettanto veloce appena le imprese ricominceranno a lavorare. Inoltre l’economia americana sta beneficiando di aiuti senza precedenti da parte del Governo Federale. Prestiti a piccole e medie imprese, salvataggi di alcune grandi imprese, aiuti alle famiglie e ai lavoratori senza impiego fanno parte di un pacchetto che l’Amministrazione Trump è riuscita a far approvare dal Congresso in tempi record.

Dal canto suo la FED ha ridotto a zero i tassi di interesse, ha garantito l’acquisto illimitato di obbligazioni e  ha lanciato un vasto programma di prestiti di emergenza.La Banca americana sta persino acquistando obbligazioni societarie, in alcuni casi anche su realtà a rischio.

E solo due giorni fa il Dipartimento americano del Lavoro ha comunicato la ripresa dell’occupazione a maggio con ben 2,5 milioni di posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è sceso al 13%.

E tutto questo si è riflesso sulla Borsa che ha recuperato la maggior parte delle perdite. Lo Standard & Poor è salito di 40 punti, grazie anche ai grandi titoli tecnologici come Facebook e Amazon.

La luce in fondo al tunnel? Forse si perchè l’economia americana è veloce nella ripresa. Unico punto di domanda una seconda ondata del virus in autunno. Ma questa è una possibilità e non una certezza sulla quale gli americani non vogliono proprio sentir parlare.

 

 

 

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