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Esteri
Usa, la paura è la grande protagonista della strana campagna elettorale

La paura è la protagonista assoluta della strana campagna elettorale americana, per tre quarti virtuale, e per un quarto dal vivo. Una paura che viene usata sia dai repubblicani che dai democratici in maniera diversa, una paura che i cittadini percepiscono quest’anno come mai hanno vissuto negli ultimi trenta anni.
Una paura che nasce in un anno talmente disgraziato 'costellato' da un insieme di accadimenti, una quasi tempesta perfetta.
In primis la pandemia da Coronavirus, che da sette mesi sta bloccando il Paese con 6 milioni di contagi, 2.200.000 ricoverati e 183000 morti. Per secondo una paura che nasce dalle violenze della polizia e dalle proteste antirazziste (spesso violente) che nelle grandi e piccole città hanno distrutto, rovesciato statue, fatto feriti e morti tra polizia e manifestanti e acceso una rabbia senza fine al grido di ‘Black Live Matters’. E per terzo una situazione economica che mai si era vista dal lontano 1929, l’anno della Grande Depressione. 17 milioni di disoccupati ufficiali e altrettanti non ufficiali, piccoli e grandi commerci in difficoltà a riaprire, un Pil con un crollo a due cifre. Senza contare in questi mesi vicini alle elezioni i fenomeni meteo che quest’anno sembrano accanirsi più del previsto, dai vastissimi incendi in California agli uragani ( Laura fra tutti con almeno 4 morti) in una stagione che sembra straordinaria in quanto a numero e violenza.
Insomma un paura che sembra scardinare l’American Dream. 
Ed allora da una parte i repubblicani con Trump usano la paura per dire che senza di loro il Paese cadrebbe nel caos e nella violenza più cupa. Law & Order il motto di Trump/Pence per fare l’America Great Again.
E dall’altra Biden usa la paura per dire che peggio di così non si sarebbe potuto amministrare un Paese che è caduto nel caos totale e nel dramma per una gestione irresponsabile della pandemia e una gestione insufficiente dell’economia. Un Paese che ormai è diviso e che bisogna avere la forza di riunire.
Ed in mezzo gli americani, combattuti nel difendersi dal nemico invisibile da una parte e dal far quadrare i conti familiari dall’altra, costretti a sentire un giorno si e un giorno no che se sbagliano a votare gli verrà rubata la democrazia o cadranno in mano di un bieco socialismo.
Certo è che in questo caos chi sta peggio sono i tanti afroamericani e latini che, senza adeguate coperture sanitarie, hanno pagato pesantemente il conto al Covid-19 per stati di salute trascurati ed indeboliti da problemi di cuore, obesità e diabete. Orbene tutti questi sperano di poter avere uno ‘ straccio’ di assicurazione medica e hanno paura che se vincesse il repubblicano potrebbero scordarsela. 
E nel mezzo di questa confusione dettata dalla paura di perdere le elezioni, di perdere la salute, di perdere il posto di lavoro , di perdere il business ecco la forte protesta delle Leghe di Basket, di Calcio, Football e Baseball in sciopero per rivendicare il diritto degli afro a non essere ‘ colpiti’ da una polizia a ‘loro dire’ razzista.
E i sondaggi quotidiani riflettono questo stato d’animo del Paese e degli americani, da 15 punti per Biden alla quasi parità nel giro di un mese.  Un su e giù da cardiopalma.
L’ultimo miglio di campagna si avvicina, quello degli scontri diretti.

Sapranno i due mettere fine alla paura del Paese o useranno il podio per renderla ancora più drammatica? A breve lo sapremo.      

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