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Esteri

Roberto Coin, uno dei nomi più interessanti e conosciuti nel panorama internazionale del gioiello.

Lo abbiamo incontrato a Miami, a lavorare su una nuova collezione. Ci ha dedicato il tempo di un’intervista.

 

Lei è universalmente riconosciuto come un talento pionieristico e come l'ideatore di molti tra i più interessanti trend del gioiello degli ultimi decenni. Qual’è l’obiettivo che la guida nel realizzare i suoi gioielli?

I gioielli del rubino di Roberto Coin

‘Mi ritengo una realtà anticonformista, diversa dalle altre per indole e per obbiettivi.Già nel 1996 infatti, avevo ben chiaro quello che il mio brand avrebbe dovuto rappresentare nel mondo e sapevo che proprio questa diversità sarebbe stata la caratteristica fondamentale della sua identità. Infatti non ho mai mirato a venire riconosciuto facilmente grazie a un design dalle caratteristiche simili, ripetute e ripetitive nell’intento di venire identificate al primo sguardo, sarebbe stato troppo facile.

La produzione instancabile di nuovi design è volta a raggiungere l’obbiettivo di venire riconosciuto come una realtà sorprendente, da scoprire senza mai annoiarsi’.

 

Quale l’essenza del brand Roberto Coin?

 

‘Il brand Roberto Coin vuole rendere essenziale il molteplice. Molti vogliono proporre lo stesso gioiello a donne diverse, io ne voglio proporre uno diverso ad ognuna. Voglio lasciare ogni donna libera di scegliere di essere se stessa, unica.

Anche l’idea del rubino ha una doppia valenza. Firma e simbolo romantico è anche un mezzo capace di definire chiaramente l’appartenenza di un gioiello al brand. L’istinto di dare vita a qualcosa di nuovo e diverso mi porta porta a lanciare ogni anno circa 5 collezioni complete, capaci di soddisfare le molteplici esigenze dei mercati internazionali’.

I gioielli del rubino di Roberto Coin

Dove si possono trovare le sue collezioni?

 

‘Queste collezioni, tutte realizzate da artigiani italiani, si possono trovare oggi in oltre 1000 boutique distribuite in 60 paesi nel mondo e sono tutte ambasciatrici di un messaggio preciso, nel quale è racchiusa la missione del loro creatore: offrire a ogni donna l'opportunità di possedere un gioiello originale, lontano dall’omologazione e in grado di esaltare le qualità sia estetiche che caratteriali che rendono ogni donna unica e diversa’.

 

Parliamo del rubino, il segno distintivo dei suoi gioielli. Come nasce l’idea e cosa vuole rappresentare?

 

‘Il rubino è l’ancora che lega visivamente tutti i miei gioielli alla stessa origine, garantendo nel frattempo la massima libertà estetica. L’idea del rubino come firma simbolica proviene da un tempo lontano, custodito tra le pagine di libri antichi. Appassionato di storia e mitologia ho letto tre racconti molto speciali, capaci di mescolare realtà e immaginazione. Furono questi racconti a portarmi verso scelte fondamentali.

 

Di cosa parlavano queste leggende?

 

‘La prima di queste leggende appartiene al mondo dell’antico Egitto e ai suoi faraoni: il rubino era una sorta di amuleto, che messo a contatto con la pelle garantiva eterno amore, eterna gioia ed eterna salute.

La seconda leggenda narra di guerrieri birmani che indossavano questa gemma preziosa a contatto con la pelle per sconfiggere le ferite e la morte durante la battaglia. L’ultima riguarda un vecchio mito indù che considera i rubini come i preziosi frutti di Kalpa, sacro albero dei desideri e della speranza. Nel 1996 il lancio della collezione Appassionata ha celebrato l’inizio della mia storia come designer di gioielli’.

I gioielli del rubino di Roberto Coin

A lei viene riconosciuto anche un’importante impegno sociale. Ce ne vuole parlare?

 

‘Nasce da lontano e da un incontro con Louis Mountbatten che mi ricordò come un uomo, per ricordarsi di avere un cuore deve innanzitutto avere una grande memoria.

Oggi il mio brand è anche riconosciuto come esempio nella sfera della responsabilità sociale e civile d’impresa.

Sono onorato di essere nel ‘Board of Director del World Diamond Council’, organo che insieme alle Nazioni Unite è fondatore del Kimberley Process. Tutti i diamanti utilizzati nelle mie creazioni sono infatti certificati dal Kimberley Process Certification Scheme, che ne garantisce la provenienza da zone conflict free’.

 

Molti gli interventi di Roberto Coin nel mondo quale testimonial di questa attività etica.

 

Nel 2010 presso il padiglione delle Nazioni Unite a Shanghai a parlare della responsabilità del lusso come auspicabile futuro dell’industria del gioiello.

Poi all’Università di Ginevra, la fiera di Panama, la Conferenza Internazionale sul Diamante di Dubai, e ancora Mosca e Istanbul.

Ed infine da non dimenticare l’attività di charity a livello internazionale. Famose sono state le campagne pubblicitarie con protagonista Christy Turlington, a sostegno delle fondazioni umanitarie Youth Aids, Care e Every Mother Counts.

 

 

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