Venezuela, ucciso un candidato alla Costituente. Blindati in piazza
Altissima la tensione in Venezuela, dove oggi si volgono le elezioni per l'Assemblea costituente, volute dal presidente Nicolas Maduro e definite un "colpo di stato" dall'opposizione che ha invitato al boicottaggio. Un candidato è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua casa di Ciudad Bolivar. Secondo quanto fa sapere il ministero dell'Interno, "un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione" nell'abitazione dell'avvocato José Felix Pineda, 39 anni, che viveva a Ciudad Bolivar, nel sud-est del Paese e "ha sparato contro l'uomo a più riprese". ignoto, per ora, il movente. Inoltre almeno tre venezuelani hanno perso la vita durante la notte scorsa mentre partecipavano alle proteste.
Ricardo Campos, dirigente giovanile del partito oppositore Azione Democratica (Ad) - ucciso a Cumanà, capitale dello stato di Sucre (Nordest del Paese). E nello stato di Merida (Ovest) sono stati uccisi Iraldo José Gutierrez e Marcel Pereira, i due sono stati colpiti da spari di arma da fuoco a Chiguarà, una piccola località a circa 40 km dalla capitale dello Stato. A rendere nota la loro morte su Twitter è stato il deputato oppositore Carlos Paparoni, che ha accusato i "colectivos" (gruppi armati chavisti) di essere responsabili di questi "nuovi omicidi commessi dal regime di Maduro". Il bilancio complessivo delle vittime della protesta antigovernativa sale così a 112.
Nella parte occidentale di Caracas, nel distretto di El Paraiso, le forze di sicurezza hanno usato veicoli blindati per disperdere i manifestanti, esplodendo anche colpi di arma da fuoco di avvertimento, secondo quanto scritto da alcuni testimoni su Twitter.
Intanto il presidente Maduro ha aperto le urne e ha votato nel suo seggio della capitale per l'elezione dell'assemblea dei cittadini composta da 545 membri. "Sono il primo elettore del Paese. Chiedo a Dio che ci protegga in modo che il popolo possa esercitare liberamente il suo diritto democratico di voto", ha detto, accompagnato dalla moglie Cilia Flores, candidata.
Il voto del presidente è stato segnato da un incidente imbarazzante, trasmesso in diretta dalla televisione pubblica venezuelana. Dopo aver votato, Maduro ha spiegato come funziona il meccanismo di registrazione attraverso il "carnet de la patria", un documento non ufficiale che è stato distribuito a milioni di cittadini dal partito di governo. Quando una funzionaria del Consiglio nazionale elettorale (Cne) ha verificato in diretta il documento di Maduro, però, sullo schermo del suo terminale portatile è comparso il messaggio: "Questa persona non esiste o il carnet è stato annullato". La funzionaria del Cne ha fatto finta di nulla: "Tutto a posto?", ha chiesto Maduro, "Sì, sì" ha risposto lei, e le telecamere si sono allontanate dallo schermo del suo terminale, ma il fermo immagine del messaggio è stato catturato da molti telespettatori, e si sta diffondendo rapidamente attraverso i social network.
L'opposizione accusa il governo di usare il "carnet de la patria" - indispensabile per ricevere assistenza sociale, come ad esempio cibo a prezzo sussidiato - come strumento per la gestione clientelare dell'elettorato e di pressione sulle fasce più deboli perché partecipino nelle elezioni di oggi.