Vertice Trump-Putin a Budapest, non regna l'ottimismo. L'esperta: “Sarà un’Alaska 2, un nulla di fatto. Ma Trump è imprevedibile...” - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 18:09

Vertice Trump-Putin a Budapest, non regna l'ottimismo. L'esperta: “Sarà un’Alaska 2, un nulla di fatto. Ma Trump è imprevedibile...”

Intervista all’esperta dell’ISPI Eleonora Tafuro Ambrosetti

di Federica Leccese

L’analisi dell’esperta sul futuro vertice tra Putin e Trump a Budapest

“Nonostante il prossimo incontro a Budapest tra Putin e Trump - di cui non conosciamo ancora bene le tempistiche, l'agenda e i dettagli - le posizioni russe e ucraine restano ferme e immutate rispetto al vertice in Alaska. Mosca continua a chiedere cessioni territoriali, mentre Kiev non intende accettarle”. Queste le parole di Eleonora Tafuro Ambrosettiricercatrice presso il Centro Russia, Caucaso e Asia Centrale dell'ISPI, che ai microfoni di Affaritaliani analizza i possibili scenari futuri del vertice tra il tycoon americano e il leader del Cremlino. 

“La pressione americana sull’Ucraina, da quando Trump si è insediato, è effettivamente molto forte - continua l’esperta - non si parla più di aiuti diretti come accadeva durante la presidenza Biden, ma le armi americane — pagate dagli europei — restano comunque fondamentali per Kiev. Nonostante ciò, questo non sembra sufficiente a far cambiare posizione a Zelensky. Da un lato, c’è una questione di politica interna e di cosa siano disposti ad accettare realmente gli ucraini. Dall’altro, il fatto di avere l’Unione Europea dalla propria parte probabilmente dà a Kiev una certa fiducia”, spiega Eleonora Tafuro.

E per quanto riguarda la Russia? L’esperta osserva: “Lì la pressione americana appare molto blanda: Trump non ha nemmeno cercato di esercitarla veramente. Non ha fornito i missili Tomahawk, e le sanzioni secondarie o i dazi imposti a India e altri acquirenti di petrolio russo sono stati applicati, ma non bastano a far cambiare rotta a Putin. Quindi, come scenario futuro, vedo un incontro dal forte valore simbolico per entrambi i leader — soprattutto per la Russia, perché rappresenterebbe una sorta di riabilitazione dell'immagine di Putin. Per Trump, invece, è un’occasione per continuare a presentarsi come il ‘presidente della pace’. Ma nei fatti potremmo trovarci davanti a uno scenario simile a quello dell’Alaska: essenzialmente, un nulla di fatto”.

Infine, sulla possibile fornitura dei missili Tomahawk a Kiev, l’esperta spiega: “Trump è abbastanza imprevedibile. Però, finora, c'è stata una linea di continuità con la presidenza Biden: il rifiuto di un coinvolgimento più diretto degli Stati Uniti nella guerra. Anche Biden era molto attento a evitare questo tipo di escalation. Quindi, per ora, non è pensabile che Trump cambi linea. Detto ciò, l’imprevedibilità resta una caratteristica di Trump. Un’eventuale frustrazione per la rigidità russa sul compromesso potrebbe un giorno portarlo a concedere queste armi. Ma è una decisione pesante, che Washington dovrebbe comunque ponderare con estrema attenzione”, conclude Eleonora Tafuro. 

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