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Esteri
Visto dagli Usa: Trump "creato" dai Repubblicani che ora lo temono

Di Dom Serafini
 
Da ragazzo in Italia, la sera della commemorazione dei defunti, assieme agli amici mettevo una candela accesa dentro una zucca vuota. Al buio peró la zucca cosí fatta ci terrorizzava. Lo stesso si puó dire del Partito Repubblicano americano che ha acceso la fiamma di Donald Trump ed ora ne é terrorizzato.
Infatti, il candidato repubblicano alla presidenza Usa Trump non é un problema per i candidati presidenziali democratici, bensi per gli stessi repubblicani.
Il problema vero é che il Partito Repubblicano é responsabile per il “fenomeno” Trump.
Cominciamo con i messaggi di Trump, fuori dalle iperboli: l’America é indietro con le infrastrutture, non ci sono regole per Wall Street, gli affari esteri sono alla deriva ed i politici sono controllati dalle lobby.
Paradossalmente questi sono gli stessi messaggi sentiti dall’estremo opposto: dal candidato democratico-socialista Bernie Sanders. Per questo motivo gli strateghi repubblicani stanno preparando una campagna che documenta le passate posizioni progressiste di Trump.

Da parte dei candidati favoriti dall’establishment repubblicano si sente invece una retorica religiosa (evengelica) surreale. E se ció non bastasse, questi repubblicani pensano ancora che la guerra con l’Iraq (che pronunciano “airack”, così  come chiamano gli italiani, “aitalians”) sia stata una guerra santa a causa delle armi di distruzione di massa. Questo chiaramente al di fuori della realtá e della veritá nota a quasi tutto l’elettorato repubblicano che si sente preso in giro da questi politici. Da parte sua, Trump ha denunciato lo sbaglio dell’amministrazione di Dick Cheney che ha destabilizzato il Medio Oriente e quello attuale dell’amministrazione di Barack Obama per quanto riguarda la Siria.
Proseguiamo con gli sbagli fatti dal Partito Repubblicano che non ha mai sopportato Trump fin dall’inizio delle campagna presidenziale. Peró per paura che Trump lasciasse il partito e si candidasse come indipendente, é stato tollerato sperando che dopo alcune primarie questo sarebbe scomparso.

Ora che Trump continua ad accumulare vittorie dopo vittorie, il Partito Repubblicano é in uno stato di panico. Non possono espellerlo e nemmeno accettare la sua prominenza ora che si sta avvicinando alla candidatura.
A questo punto i repubblicani stanno formulando piani B, C e D. Per prima cosa hanno tirato fuori l’artiglieria pesante, come l’ex candidato presidenziale Mitt Romney che ha indirettamente accusato Trump di evadere le tasse; poi i militari che si rifiuterebbero di obbedire a Trump se fosse Comandante Supremo, fino al capo della maggioranza al Senato Mitch McConnell (che starebbe pianificando il modo di togliere delegati a Trump).
Se servisse passare al piano “C”, i repubblicani appoggerebbero un candidato indipendente (Romney?), mentre per il piano “D” si dovranno rivolgere ai delegati e specialmente a super delegati che sono controllati dalle singole sedi dei partiti a livello statale (per questo motivo hanno criticato l’appoggio a Trump del governatore dello stato del New Jersey, Chris Christie).
Se durante la convention riuscissero a far ammutinare una buona parte dei delegati assegnati a Trump (per via delle vittorie alle primarie), la sua nomination verrebbe eliminata. Infatti il direttore della campagna presidenziale di Marco Rubio ha precisato che i delegati hanno l’obbligo di appoggiare il candidato assegnato solo per il primo scrutinio.

Naturalmente, in questo caso, Trump si candiderebbe come indipendente e toglierebbe i voti al canditato appoggiato dal Partito Repubblicano.
Il concorrente favorito dall’establishment democratico, Hillary Clinton ha piú scheletri nell’armadio di un ossario, inoltre é appoggiata da Wall Street ed é seguace della disastrosa politica estera del presidente Obama.

Poi, Hillary rimbalza la retorica repubblicana sul fatto che l’America non ha bisogno di diventare eccezionale, perché lo é giá. Trump invece, come Sanders, punta il dito sugli areoporti decrepiti, le strade dissestate, i ponti in bilico e il trasporto pubblico (specialmente quello ferroviario) carente.
Per questi motivi, sia Trump che Sanders hanno l’appoggio dei giovani, delle donne e dei lavoratori. Il perché la popolaritá di Trump aumenti con le cose oltraggiose che dice (che troncherebbero la carriera di un qualsiasi politico) é dovuto al fatto che dice le cose che la maggior parte della gente pensa. E questo é il vero pericolo.

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