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Walz, chi? Grana per Kamala: metà degli americani non sa chi sia il suo vice

Walz, chi? Grana per Kamala: metà degli americani non sa chi sia il suo vice

“Mr. Walz”, così Kamala Harris chiama il suo vice di freschissima nomina, rimarcandone il passato da insegnante. A differenza del “Mr. Wolf” dei film di Tarantino, Tim Walz ha un problema che sarà difficile risolvere. Anche in cento giorni. Stando ai sondaggi, più della metà degli elettori americani non ha la più pallida idea di chi sia.

Gli americani non conoscono Tim Walz

La scelta di Tim Walz come “running mate” è stata annunciata da Kamala Harris due giorni fa alla convention democratica di Filadelfia. Ben prima che ottenesse la nomina, sul prescelto della prima donna nera candidata alla Casa Bianca incombeva una spada di Damocle. Tim Waltz è pressoché sconosciuto ai più. Un sondaggio Abc/Ipsos di fine luglio mostrava come il 57% degli americani non sa chi sia. Era la percentuale più alta tra tutti i nove candidati dem alla vicepresidenza.

I sondaggi non sono dalla parte del candidato vicepresidente

Nel migliore dei casi, Tim Walz è un perfetto sconosciuto agli elettori. Lo dimostra un’altra rilevazione di Npr/Pbs/Marist, secondo cui addirittura il 71% degli americani non è sicuro di sapere di chi sia Walz o non ne ha mai sentito parlare. Tra chi lo conosce poi, il candidato alla vicepresidenza scelto da Kamala Harris risulta indifferente: il 30 per cento degli intervistati dichiara di non aver alcuna opinione su Tim Walz.

Tim Walz era il candidato meno noto e meno gradito dei finalisti per Kamala Harris

La scelta del vice si era ristretta a una rosa di tre finalisti, tra i quali Walz risultava ampiamente il meno noto. Il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro era conosciuto dal 53% degli intervistati, di poco sopra al senatore dell’Arizona Mark Kelly (52%). Dei tre, Walz risultava essere anche il candidato col peggiore indice di gradimento nazionale. Il 17% attribuitogli dal sondaggio Npr/Pbs/Marist, risultava quasi la metà del 31 per cento di Kelly e  meno dei 25 punti di Shapiro.


Purché non sia divisivo...

Walz appariva ad ogni modo anche come il candidato vicepresidente con il più basso indice di sfavore nei sondaggi. Aveva la disistima di solamente il 12 per cento degli elettori. Senza infamia e senza lode, dunque. Così Kamala Harris lo ha scelto proprio perché è un “signor nessuno” della politica americana. Tim Walz è il vicepresidente meno indigesto alla base democratica, già ampiamente provata da una campagna elettorale clamorosa. Shapiro rischiava di essere inviso ai giovani e alle frange più liberal per le sue posizioni sul conflitto israelo-palestinese (si è dovuto recentemente scusare per delle critiche fatte nel 1993, quando aveva vent’anni, ad Arafat). Tim Walz deve essere parso a Kamala Harris il candidato ideale. Ha un’esperienza politica di gran lunga maggiore dell’ex astronauta Mark Kelly ed è al contempo una figura non ingombrante. Ma c’è un altro aspetto di Walz che potrebbe aver inciso sulla sua scelta.

Un autentico uomo del Midwest, ma di sinistra

Walz è nato 60 anni fa (anche se a guardarlo gli dareste almeno dieci anni in più della coetanea Kamala Harris) a West Point. Non la cittadina dello stato di New York dove ha sede la celebre accademia militare, ma West Point in Nebraska. Walz da trent’anni vive in Minnesota, di cui è diventato governatore nel 2019, dopo cinque legislature alla Camera. È dunque un autentico uomo di quel Midwest, industriale e sindacalizzato, che risulterà decisivo nel voto del 5 novembre. E che da troppo tempo è sfuggito al controllo dei democratici. Questo spiega perché Kamala Harris ha scelto proprio Tim Walz.






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