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"AgriCultura": La mela vittima innocente del peccato originale

dierre
Certo che, nel Paradiso terrestre, il frutto proibito causa dell'eterno umano castigo, avrebbe potuto benissimo essere un melone, una banana o perché no un mango, invece i nostri due Adamo ed Eva hanno dovuto fare i conti con una mela, bella tonda, tentatrice.
E così da quel momento questa delizia , meravigliosa e inerme, si è dovuta portare appresso, nel tempo, un'immagine velenosa. Mela e serpente adescatore nel passato simboli del male, un marchio difficile da cancellare in tutti i campi. Guarda caso, in un tempo più vicino, nella famosissima storia e nel film della Disney, la strega cattiva mette nei guai l'algida Biancaneve con una bella mela avvelenata, mica con un kiwi.
Scherzi a parte ma la nostra mela è stata caricata, nei secoli, di forti simbolismi religiosi. Soprattutto nella tradizione cristiana è sempre avvicinata al concetto latino di 'malum' ovvero castigo, sofferenza, punizione.
Però, fortunatamente, l'arte e i suoi interpreti più significativi ne hanno, nei secoli, ripulito l'immagine dandole il posto di rilievo che merita.
Già a partire dalle nature morte degli affreschi di Ercolano, passando a Cézanne che “voleva stupire Parigi con una mela”, le mele hanno avuto ruoli di primo piano.
Ad esempio basta ricordare, in epoche diverse , lo stupefacente dipinto del Caravaggio “Canestra di frutta” del 1597, la scultura di Antonio Canova che rappresenta una Paolina Borghese in veste di Venere vincitrice con in mano una mela, ed ancora le opere degli impressionisti, dei post impressionisti del calibro di Renoir, Gauguin e Klimt.
E come non parlare di uno dei padri del surrealismo, quel René Magritte che più volte ha usato nei suoi dipinti una mela. Nel suo quadro più conosciuto, “Il figlio dell'uomo”, ha raffigurato un uomo con bombetta e vestito scuro con il volto coperto da una mela verde. Un'icona conosciuta in tutto il mondo.
E ultimo ma non ultimo , nella recente Expo Universale di Milano le imponenti statue di Giuseppe Arcimboldo , l'artista della natura , con la frutta in bella mostra , vista da milioni di visitatori. E così l'arte ha poi ridato al nostro frutto , in dignità, quello che la storia del paradiso terrestre le aveva tolto.
Ora finalmente parliamo di Grande Mela per dire New York , la città più cool del mondo, di Apple, il super brand che significa innovazione e futuro, e così via .
Insomma siamo solo all'inizio di un formidabile “Tempo delle mele”, la riscossa d'immagine del frutto “proibito”.