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Cibo spazzatura: ogni anno 150 milioni per gli spot del junk food. È allarme

Dieta mediterranea addio, è invasione di junk food: ogni anno 150 milioni per gli spot

Hamburger farciti, patatine fritte, dolci, caramelle e succhi pieni di zuccheri: il cibo spazzatura, si sa, fa gola un po' a tutti. Ma può cmportare delle gravi conseguenze: in Italia l’incidenza del sovrappeso e dell’obesità tra i giovani è fra le più elevate in Europa (25%). Lo riporta il Fatto Alimentare.

È uscito in questi giorni un opuscolo del Ministero della Salute (Scelta consapevole: Nutrizione, Dieta Mediterranea e Spreco Alimentare a Portata di Etichetta) destinato a ragazzi e ragazze delle scuole medie superiori di età compresa fra 14 e 18 anni. Il dossier affronta argo­menti come la sana alimentazione, lo spreco, l’eti­chettatura, le allergie e le intolleranze alimentari.

I giovani sono costantemente bombardati da input di junk food, il richiamo al consumo di questi prodotti viene proposto in qualsiasi ambito, attraverso modelli alimentari lontani dallo schema della dieta mediterranea e il risultato è sin troppo evidente. 

Stiamo parlando di bambini, adolescenti e giovani destinatari di una pubblicità televisiva e digitale aggressiva e martellante.

I mega investimenti di Ferrero

In Italia, Ferrero investe (dato del 2022) circa 300 mila euro al giorno in spot e banner pubblicitari. Vuol dire che di sera, mentre si guarda la televisione, si vedono 4-5 spot (su certi canali si può raddoppiare) che promuovono uno dei 60 prodotti dell’azienda di Alba.

In genere si tratta di snack, merendine, dolci ricchi di zucchero e ultra processati. Nella lista si trovano Nutella, crema alle nocciole preferita dagli italiani e anche gli ovetti di cioccolato Kinder più amati dai bambini per le sorprese all’interno. Ferrero investe 120 milioni circa l’anno e con questo volume di investimento riesce più di altri a orientare i consumi degli adolescenti.

Consumo di frutta e verdura

Sul fronte opposto ci sono pochi spot di aziende che promuovono il consumo di frutta e verdura o che indirizzano i consumatori verso uno stile alimentare Mediterraneo. Aziende come Cedior con il suo marchio di frutta e verdura Elisir, Orogel che promuove i surgelati dell’orto e la Fondazione Airc che sollecita ad adottare comportamenti alimentari corretti e ridurre la carne rossa processata. Si tratta di buone iniziative che non possono certo essere messe sul piatto della bilancia con il resto degli spot.

Basterebbe vietare la pubblicità di certi prodotti alimentari in televisione non solo nella fascia pomeridiana, ma anche in quella serale.

Purtroppo in Italia manca una seria politica sulla nutrizione in grado di orientare le scelte dei giovani e non c’è alcuna intenzione di portare avanti questo discorso.

LEGGI ANCHE: Cibo spazzatura, arriva la tassa contro gli alimenti ultra-processati

 

 





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