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"Guida al vino critico" 2017, in libreria dal 20 ottobre 2016

La nuova “Guida al vino critico” di Altreconomia è una bussola per orientarsi nel mondo del vino contadino e artigiano -che qualcuno oggi definisce vino “naturale”-, i cui principi e prassi si ispirano alle proposte di Luigi Veronelli che al movimento del “critical wine” dedicò i suoi ultimi anni.

I protagonisti dell’edizione 2017 della Guida, curata da Officina Enoica e rinnovata nei contenuti e nella veste grafica, sono 101 vignaioli - pochi per scelta, nella prospettiva di un progetto che si svilupperà nei prossimi anni -, che meritano di essere conosciuti - magari “camminando” le loro vigne - perché hanno una storia da raccontare: i loro vini sono testimonianza di passione, rispetto assoluto per la terra, rifiuto di ogni standardizzione. Non sono solo “vini buoni”, ma vini “irripetibili”, perché sempre differenti, per ogni vigna, collina e annata, e in grado di regalare emozioni e di far riflettere.

Il vino di cui parliamo nasce da metodi di lavoro che prevedono, nella teoria e nella pratica, il minor numero possibile di interventi sia in vigna sia in cantina, e che molto spesso si rifanno a criteri ulteriori e ben più severi di quelli, per esempio, del disciplinare dell’agricoltura biologica: si postula l’assenza pressoché totale di additivi chimici e di manipolazioni da parte dell’uomo. Le cure alla vigna devono essere per la maggior parte manuali, le tecniche adottate in cantina il meno invasive possibile, ben lontane dalle logiche del vino industriale.

La “Guida al vino critico” nasce infatti per promuovere un consumo critico e consapevole e per raccontare chi valorizza i vitigni autoctoni, espressione unica del territorio e testimonianza dell’enorme patrimonio varietale del nostro Paese. I vini critici “parlano” contro ogni omologazione, sono veri e propri beni culturali e conviviali, che favoriscono le relazioni sociali tra chi lo produce e chi lo beve. Il prodotto va così oltre le etichette e spesso diventa ribelle, solidale, politico.

Lo spiegano bene le 101 ricche schede, veri e propri racconti dei vignaioli di tutte le Regioni italiane (l’elenco completo è nel press kit allegato), ma anche le interviste a Nicolas Joly, vignaiolo biodinamico francese e fondatore dell’associazione Renaissance des Appellations, e Jonathan Nossiter, regista-scrittore autore di “Mondovino” e “Resistenza naturale”.
Il primo afferma: “Quello che distingue il vino naturale da quello convenzionale è che non ci sono regole. L’unica regola è questa”. Gli fa eco Nossiter: “I vignaioli naturali sono riusciti negli ultimi 10 anni a creare un movimento ampio e non convenzionale. Non hanno una base ideologica che restringe la libertà di pensiero. Non c'è un vignaiolo che assomiglia a un altro”.

La guida di Altreconomia affronta anche tematiche politiche, come quella del ruolo delle Denominazioni (DOC-DOCG), a cui molti vignaioli “territoriali” rinunciano, e del nuovo spirito collaborativo tra vignaioli, un tentativo di rifondare un “mutualismo” al di fuori dei Consorzi, dove comandano gli ettari e le bottiglie. Insieme alla qualità non si trascura però la quantità: chi acquisterà una copia del libro ha la possibilità, seguendo indicazioni presenti all’interno del volume, di scaricare dal sito altreconomia.it l’archivio delle precedenti edizioni, con 500 cantine.

 

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"guida al vino critico" 2017




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