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Ambiente, l'Italia torna a bruciare il carbone. Il gas naturale è troppo caro

Ambiente, gas naturale +450% da inizio anno. L'Italia torna al carbone

L'Italia sta cambiando rotta sui temi ambientali, almeno stando ai dati che arrivano sull'utilizzo del gas naturale. L'incremento vertiginoso dei prezzzi, pari al 450% rispetto all'inizio dell'anno ha reso più conveniente - si legge su Repubblica - utilizzare il più “sporco” tra i combustibili fossili. Negli ultimi tre mesi, l’utilizzo del carbone nelle centrali elettriche è cresciuto del 25%, così come hanno funzionato di più anche i gruppi che bruciano olio combustibile (+9%). Tutto ciò ha avuto, conseguenze anche a livello ambientale: secondo i dati dell’Enea (l’ente nazionale di ricerca per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), le emsissioni di CO2 sono salite del 4% nel trimestre. Dati che potrebbero peggiorare ulteriormente per quanto sta avvenendo a livello europeo.

In Italia, - prosegue Repubblica - per assicurare la tenuta della rete (in pratica, per essere certi di non correre il rischio di black out), i tecnici di Terna, la società controllata dal Tesoro che gestisce la rete ad alta tensione, ha chiesto agli operatori di fornire nuova capacità. Tradotto dal tecnico, questo significa che sono state richiamate in servizio le centrali a carbone di La Spezia (da parte di Enel) e di Monfalcone (da parte di A2a). Aiuterebbe a ridurre la tensione sui prezzi un accordo all’interno della Ue sul ruolo di gas e nucleare nella strategia della transizione energetica; ma anche ieri dalla Commissione è arrivata una fumata nera, per una serie di veti incrociati. Così, mentre a Bruxelles si litiga, la Russia incassa grazie ai prezzi record.

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