Investire sulle rinnovabili? In Cina. Italia penalizzata dalle infrastrutture

La Cina è la regina delle rinnovabili. Anche l'Italia ha un posto nella top ten, ma viene penalizzata dalle scarse infrastrutture. E' il quadro che emerge dall'indice di attrattività sugli investimenti redatto da Ernst & Young. Il gigante asiatico si conferma il Paese dove fare affari con le rinnovabili. Sul podio salgono Germania e Stati Uniti. Completano le prime posizioni India, Francia, Regno Unito, Giappone, Canada. L'Italia è nona. La conferma che il green, in Italia funziona, specie se confrontato con altri settori, dove la profittabilità dell'investimento in Italia è ben lontana dai primi 10 posti al mondo.
Tra eolico e solare, l'Italia si difende. A penalizzarla è in particolare un indice, quello legato alle infrastrutture, cui Ernst&Young assegna solo 44 punti. Un punteggio lontano anni luce da Cina e Germania (73 e 72) e molto distante anche da un competitor europe più abbordabile, come la Francia (59 punti). Per ritrovare un livello di infrastrutture paragonabile a quello italiano bisogna uscire dalla top ten e scorrere la classifica fino alla diciassettesima posizione, occupata dalla Spagna.
Lo studio di non si limita a stilare una graduatoria degli stati più business friendly, ma ipotizza gli scenari dei prossimi mesi. Innanzitutto Ernst&Young smorza gli allarmi sul calo degli incentivi alle energie rinnovabili. La flessione dei sussidi e le proteste contro le bollette troppo salate (su cui il costo di parte dei sussidi si scarica) avranno "un impatto limitato" sulla capacità di attrarre investimenti. Resta però il nodo delle infrastrutture, diventato "cruciale". Un monito rivolto a tutto il mondo (Cina e Germania compresi) ma che ben si attaglia alla situazione italiana. E per il 2013? Osservando i progetti varati lo scorso anno, c'è da guardare con interesse a Sudafrica, Marocco, Francia, India, Egitto e Argentina.
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