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Tessa Gelisio, dalla tv ai social: "L'ecologia da sempre al centro della vita"
Fonte Instagram Tessa Gelisio

Dalla tv approdi poi anche all’associazionismo con ForPlanet Onlus, vuoi parlarci di questo progetto, di che cosa si tratta? 

ForPlanet Onlus è una piccolissima associazione composta da soli volontari. Quello che facciamo è raccogliere fondi attraverso varie modalità da destinare a piccoli progetti molto concreti. Prevalentemente ci occupiamo di foreste tropicali: o acquistiamo dei pezzi di territorio e li trasformiamo in aree protette, oppure sosteniamo dei progetti di conservazione già attivi sul luogo. Da tanti anni collaboriamo ad esempio con Amazzonia Onlus in Brasile. 

Arriviamo poi al mondo dei social network. Su Instagram conti ormai 80mila follower, mentre su Facebook quasi 300mila. Quando decidi di investire nella "forza" della condivisione? 

Nelle cose io ci arrivo sempre un “po’ più tardi”, perché ho bisogno di riflettere e ragionare molto. Una volta però compresa la potenza del mezzo di comunicazione (circa otto anni fa), me ne sono davvero innamorata. Ho capito che i social mi permettono di parlare alle persone senza filtri e vincoli, come quelli legati al mondo editoriale. Quindi nel bene e nel male ogni volta che comunico mi prendo la responsabilità di dire ciò che più desidero. 

Instagram e Facebook: due realtà diverse? Lati positivi e negativi?  

Su Facebook le persone sono un po’ più “agguerrite”, mentre su Instagram un po’ più educate e dialoganti. A volte ho “problemi” soprattutto con gli animalisti riguardo al tema del vegetarismo. Dal punto di vista ambientale è ovviamente molto meglio se diventiamo tutti vegetariani, ma non sempre lo step è così immediato. L’alternativa migliore, quindi, è cercare di cambiare proteine animali e consumarle in minor quantità, promuovendo certi tipi di allevamenti, che per un vegetariano non sono mai accettabili. L’attacco che mi viene rivolto più spesso è questo: “L’animale viene comunque ucciso”. Da un punto di vista etico sono assolutamente d’accordo, però allo stesso tempo credo che ci sia una grande differenza tra un animale che vive una vita degna di essere vissuta e poi viene ucciso, e un animale che vive in un lager e poi viene ucciso comunque. A volte il bianco e il nero sono più facili da sposare, però la vita è una scala di grigi

Quanto credi sia "potente" il ruolo dell’“influencer” nella divulgazione ambientale? 

Credo sia fondamentale. Però bisogna fare attenzione: non ci si può improvvisare esperti di sostenibilità ambientale. Si tratta di un tema complesso che esige oltre alla passione, studio, tempo e costanza. Altrimenti si rischia di comunicare falsità o fare “greenwashing”. Tante aziende, infatti, puntano sulla sostenibilità per puro marketing. E molti influencer seguono questa scia. Non ci si dovrebbe “accontentare della ricompensa economica”, bensì rimanere coerenti con il prodotto, sposare un marchio e la sua missione. 

Ma non solo social. Anche il tuo blog “Ecocentrica” è un punto di riferimento per chi ti segue. Diventata quasi una rivista che snocciola consiglia di beauty routine, second hand, viaggi e pratiche green. Come nasce l’idea? 

Iniziamo dal nome: ecocentrismo significa che al centro della vita c’è l’ecologia. Noi essere umani siamo portati all’antropocentrismo, ci consideriamo il fulcro del mondo, ma non è così. A livello scientifico è l’ecologia, ovvero la scienza che studia le relazioni tra gli esseri viventi, alla base di tutto. Il pianeta, ad esempio, è il risultato dell’interazione tra esseri viventi e ambiente. Tutto sarebbe un po’ più facile se ognuno di noi si rendesse conto di essere un ingranaggio di un meccanismo molto più complesso. Avere una visione ecocentrica significa capire che il nostro benessere dipende dal benessere dell’intero pianeta. Arriviamo poi al mio libro "Ecocentrica"un testo che mi rivoluziona la vita e mi spalanca nuove porte. L’idea iniziale è semplice: sempre più persone si sentono vicine alle tematiche ambientali, ma banalmente non possiedono gli strumenti per passare dall'idea all'azione. Attraverso la scrittura cerco quindi di aiutare i lettori e indirizzare il mio pubblico verso un lifestyle sempre più sostenibile. Ben presto però mi accorgo che sono tantissime le voci da aggiornare di continuo: dall'alimentazione alla cosmesi, dalle microplastiche alle fibre sintetiche. Ecco allora l'idea del blog: qui scrivo, aggiorno e approfondisco ciò che desidero, andando oltre alle "venti righe" del post sui social, che rischia spesso di diventare una "vetrina" superficiale

 

 

 

 

 

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