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Transizione ecologica, tempi duri per Macron
(fonte Lapresse)

“Avvicinarsi all’obbiettivo di diminuire almeno del 40% le emissioni di gas serra da qua al 2030”, voto: 2.5 su 10. “Soddisfazione per le azioni attuate dal Governo (in chiave ecologica)”, 3.3 su 10. “Limitazione degli effetti nefasti sul clima del trasporto aereo”, voto 2.8 su 10.

L’ottava e ultima riunione della CCC (Convention citoyenne pour la transition écologique) boccia le iniziative legate alla sostenibilità ambientale del governo francese.

La Convenzione, tenutasi ieri, doveva, appunto, mostrare attraverso voti da 1 a 10 il giudizio dei cittadini sulla transizione ecologica d’Oltralpe.

La CCC è una sorta di comitato pubblico, costituito nell’ottobre 2019 dal Consiglio economico, sociale e ambientale, nato su iniziativa del Primo ministro di Macron, Èdouard Philippe.

Raggruppa 150 cittadini francesi, sorteggiati tra l’intera popolazione e ha come obbiettivo il “definire le misure strutturali per giungere in uno spirito di giustizia sociale, in modo da ridurre le emissioni di gas serra almeno del 40% entro il 2030, in rapporto al 1990”.

Il risultato appare catastrofico, visto che la domanda principale si è meritata, appunto, un due e mezzo, quindi largamente al di sotto della “sufficienza”. In generale, anche i quesiti minori hanno ricevuto voti deludenti. A superare il 6, solo punti teorici come, ad esempio, l’approvazione per l’intenzione del Governo di introdurre la lotta contro il cambiamento climatico nel primo articolo della Costituzione (voto 6.1 su 10).

Barbara Pompili, il Ministro di Macron per la transizione ecologica, si difende così in un’intervista a Le Monde: “Non è una sorpresa, ce lo aspettavamo. I membri del CCC hanno reagito come se vi fosse un unico progetto di legge sul clima, mentre in realtà aspetti importanti saranno contemplati in leggi differenti”.

In effetti, l’esame del “Projet de loi Climat et résilience” deve ancora prendere ufficialmente forma, anche perché le diverse anime del Governo transalpino paiono divise sui temi dell’ecologia.

Un segnale forse debole, ma significativo, si è avuto cinque giorni fa, quando la Giunta verde di Lione ha imposto un menù unico vegetariano nelle scuole della città.

Julien Denormandie, Ministro dell’agricoltura, ha twittato: “Basta mettere l’ideologia nei piatti dei nostri bambini!”, spalleggiato dal Ministro dell’interno, Gérald Darmanin che ha definito l’iniziativa lionese frutto di un’ideologia scandalosa.

Mentre Madame Pompili ha polemizzato: “Sono amareggiata che si ricada in un dibattito preistorico, con cliché tipo: l’alimentazione vegetariana è un’alimentazione squilibrata”.

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