Apple nel mirino dell'antitrust Ue

Nuova tegola su Apple, questa volta dall'Unione europea: il commissario Ue alla concorrenza, Almunia, avrebbe infatti avviato le procedure preliminari per verificare i termini dei contratti che la casa Cupertino ha stipulato con alcuni operatori mobili del Vecchio continente.
Secondo quanto riferisce il New York Times, l'indagine conoscitiva riguarderebbe i rapporti fra il gruppo californiano e alcuni operatori mobili francesi, ma la situazione sarebbe simile anche in altri paesi dell'Unione. Anche se le accuse non sono note nelle specifico, nel mirino dell'antitrst europea vi sarebbero alcune clausole imposte da Apple per obbligare gli operatori ad acquistare determinati quantitativi prefissati di iPhone e per stabilire costi e condizioni da applicare a seconda del numero di abbonati e delle percentuali di mercato. Inoltre nei contratti fra Apple e gli operatori mobili sarebbe richiesto il pagamento anticipato dei telefoni prenotati, indipendentemente dal fatto che siano stati effettivamente venduti.
Per raggiungere gli obiettivi di vendita di iPhone, gli operatori tlc sarebbero quindi costretti a destinare grandi budget in pubblicità tv e nella promozione in genere dei dispositivi Apple, realizzando in pratica una sorta di "corsia preferenziale" nella loro distribuzione e penalizzando di conseguenza i budget destinati alla promozione di altri dispositivi prodotti dalla concorrenza. Inoltre tali vincoli imposti da Cupertino impedirebbero di fatto agli operatori mobili più piccoli di poter proporre gli iPhone nel proprio catalogo di dispositivi.
Il canale di vendita rappresentato dagli operatori di telefonia mobile è vitale per Apple: grazie ai contratti che, vincolnado l'utente all'operatore per almeno due anni, offrono smartphone a prezzi agevolati e rateizzati, l'iPhone è infatti accessibile a un pubblico decisamente più ampio di quello che può permettersi di acquistarlo a prezzo pieno (dai 730 euro in su per l'iPhone 5, dai 630 euro per il 4S, dai 430 euro per il 4) nei negozi della casa. Non a caso, dei 55 miliardi di euro fatturati da Apple nello scorso trimestre, il 56% deriva proprio dalla vendita di duspositivi attraverso operatori di telefonia/dati.