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Baby influencer, stretta del governo: niente social fino a 15 anni e zero sponsor fino ai 18
Il vuoto normativo va colmato soprattutto per tutelare i minorenni, troppo esposti

Baby influencer, il governo vuole tutelare i minorenni: in arrivo una legge ad hoc
Il governo sta studiando una norma che consenta ai minorenni di non finire troppo presto "vittime" dei social, si tratta di una sorta di scudo per i baby influencer. Il ddl, a prima firma della senatrice di FdI Lavinia Mennuni, ma sostenuto anche dal Pd, nella sua recente riformulazione - riporta Il Messaggero - prevede che non si possa avere un account social se non si hanno almeno 15 anni. E alza da 14 a 16 anni la soglia per fornire da soli il consenso al trattamento dei dati personali. Inoltre punta a vietare ogni tipo di contratto di sponsorizzazione fino al compimento dei 18 anni.
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Secondo un report di Save the Children, circa 336mila italiani tra i 7 e i 15 anni hanno avuto almeno un’esperienza di lavoro, inclusa la produzione di contenuti per i social. Il fenomeno è esploso con il boom dei grandi influencer negli ultimi dieci anni. Oggi per aprire un profilo social sotto i 14 anni serve l’ok dei genitori. La legge fissa poi già a 13 anni l’età minima per aprirlo, ma non ci sono strumenti e vincoli per controllare che l’età dichiarata sia vera. Da qualche anno - prosegue Il Messaggero - Meta utilizza l’Intelligenza artificiale per stimare l’età degli utenti, ma il sistema va rodato e deve rispettare le norme sulla privacy.
La richiesta del documento d’identità, anche su TikTok, avviene solo in casi specifici. Anche per questo il Movimento italiano genitori (Moige), con un team di avvocati, ha avviato la prima causa collettiva contro Meta e TikTok. L’obiettivo è vietare l’accesso ai social ai minori di 14 anni e tutelare i minorenni "da contenuti generati con algoritmi che creano disagio e dipendenza e dallo sfruttamento".