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Belpietro-Minzolini, lotta all'ultima copia: rissa sui dati Verità-Giornale
Augusto Minzolini e Maurizio-Belpietro

Minzolini-Belpietro, scoppia la rissa sui dati delle copie vendute tra Il Giornale e La Verità

È scontro tra Minzolini e Belpietro. Il Giornale e La Verità si affrontano in una lotta all’ultima copia venduta.  Ma vediamo com'è iniziato lo scontro tra i due titati del giornalismo italiano. A fare la prima mossa, il quotidiano di Belpietro, il quale scrive, in un articolo, del sorpasso sul Giornale sui dati di Prima Comunicazione a copie vendute. 

“Ottime notizie per La Verità: consolidando un trend già in corso da diversi mesi, il nostro quotidiano ha fatto registrare, secondo i dati Ads pubblicati da Prima Comunicazione nella giornata di ieri, un importante sorpasso in termini di vendite. […] A consentire questo risultato storico è l’ottimo andamento sia delle vendite in edicola sia di quelle online: se le prime si sono attestate a 27.699 copie (contro le 31.886 del quotidiano diretto da Augusto Minzolini), il digitale continua un percorso di forte crescita che attesta il totale di novembre a un livello di poco inferiore alle 7.000 copie. La somma arriva così appunto a 34.311 unità di “venduto”, che consente alla nostra testata di staccare di diverse centinaia di copie il giornale fondato da Indro Montanelli, meno performante rispetto alla Verità sulle copie online. Particolarmente significativo anche il dato che vede protagonista il nostro quotidiano nei confronti di Libero”. 

“Si approfondisce infatti il divario di preferenze che i lettori hanno voluto accordarci rispetto al giornale oggi diretto da Alessandro Sallusti", prosegue La Verità. "Sempre secondo le tabelle diffuse da Prima Comunicazione, infatti, sono 18.928 le copie cartacee di Libero che, sommate al digitale, arrivano a quota 20.175: circa 14.000 in meno rispetto alle nostre. Stando a questi dati, La Verità, a poco più di cinque anni dalla fondazione, al momento si consolida quindi come prima testata nell’alveo dei giornali con un pubblico di riferimento nell’area moderata e di centrodestra. Un dato che, ove confermato nei prossimi mesi, avrebbe conseguenze potenzialmente rilevanti nel mercato editoriale e della raccolta pubblicitaria. Un risultato che soprattutto premia, grazie ai lettori, lo sforzo della redazione e degli azionisti che hanno accompagnato l’avventura in questi anni.  […] A tutti i lettori, il grazie più sentito per aver sostenuto in modo tanto generoso il nostro tentativo di dare vita a un giornalismo indipendente”. 

Ed ecco la risposta del Giornale, il quale non sembra abbia preso particolarmente bene l'articolo del quotidiano concittadino milanese. “C’è un quotidiano che sostiene di essere 'il primo dell'area di centrodestra', ma per ora dà solo i numeri. Perché il calcolo delle copie cartacee e digitali è sbagliato, perché ci sono ancora almeno 300 copie di differenza tra Il Giornale e quest'altro quotidiano (molte di più in edicola, ma tant'è…), almeno stando alle fonti ufficiali di riferimento - i dati pubblicati da Prima Comunicazione, tanto per intenderci - e ci sarebbero molti altri perché, ma è meglio soprassedere per non tediare il lettore. Anzi, no: se sorpasso deve essere, che sia. Quello che ai nostri competitor mancherà per sempre è la nostra storia e la nostra credibilità, costruita in quasi 50 anni di vita controcorrente. È questa la verità…”

Ed eccoci, finalmente, giunti alla pungente, ma non velenosa, risposta finale della Verità. "I colleghi del Giornale si sono risentiti perché abbiamo pubblicati i dati ufficiali che certificano il sorpasso della Verità nei loro confronti. Ma c’è un equivoco: noi ci riferivamo alle copie (cartacee e digitali) vendute. Per quelle regalate, in effetti, al Giornale sono sempre i numeri uno”. 

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