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MediaTech
BuzzFeed rinuncia a 1,3 milioni in pubblicità pro-Trump

BuzzFeed ha rinunciato a un contratto pubblicitario perché non accetta i toni e le idee dell'inserzionista. Già questa è una notizia. Che diventa ancora più importante se si guardano cifre e nome dell'inserzionista. Il contratto stracciato valeva, secondo quanto riporta Politico, 1,3 milioni di dollari in contenuti pubblicitari. E l'uomo deciso a sborsarli è Donald Trump.

BuzzFeed fa spesso storcere il naso ai puristi. Perché indugia su contenuti leggeri e sponsorizzati. In realtà è molto di più, a partire da un'anima tecnologica molto forte. Un modello che permette di avere conti in ordine e (di conseguenza) di rifiutare la moneta di una pubblicità discutibile. Sia chiaro: 1,3 milioni sono sempre 1,3 milioni. E i vertici della testa sono consapevoli che si tratta comunque di una perdita importante.

BuzzFeed ha già incassato sia dal partito Democratico che da quello Repubblicano. Ma tutto ha un limite. E in questo caso quel limite è tracciato dalle idee di Trump. “Lo scorso aprile abbiamo siglato un accordo pubblicitario con il partito repubblicano”, ha spiegato il ceo Jonah Peretti in una lettera ai dipendenti. “Da quel momento, Trump ha conquistato la nomination alla presidenza”, con “una campagna unica nella storia degli Stati Uniti”. Trump e i suoi sostenitori “vorrebbero vietare ai musulmani di viaggiare negli Stati Uniti, hanno minacciato di limitare la libertà di stampa e hanno fatto dichiarazioni offensive verso le donne, immigrati, discendenti di immigrati e cittadini stranieri”. Per questo motivo “abbiamo chiuso l'accordo” con i repubblicani. BuzzFeed, gruppo internazionale con assunti di diverse nazionalità e religioni, non è compatibile con i proclami di Trump: la sua campagna, scrive ancora Peretti “è in diretta opposizione con la libertà dei nostri dipendenti negli Stati Uniti e nel mondo e, in alcuni casi, come nella proposta di fermare i viaggi dei musulmani, renderebbe impossibile il loro lavoro”.

“Non ci piace certo perdere fatturato che finanziano il nostro lavoro”, continua Peretti. “Tuttavia, in alcuni casi vanno fatte delle eccezioni: non accettiamo sponsorizzazioni dalle sigarette perché sono pericolose per la nostra salute. Non accettiamo la pubblicità di Trump per lo stesso motivo”.  

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