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Covid, Russia: via al 3° vaccino CoviVac e per Sputnik sale reputazione social

A seguirlo c'è una platea di oltre 220mila seguaci che ogni giorno possono leggere, quasi sempre in inglese, una cascata di notizie dai Paesi che lo hanno già approvato o il rilancio di una serie di dichiarazioni in Paesi, soprattutto europei, che aprono al suo possibile utilizzo. Accanto a ciò non mancano neanche diverse "sponsorizzate", ovvero quelle campagne a pagamento che aumentano al visibilità di un determinato account desideroso di ampliare la propria audience.

Covid, il vaccino russo Sputnik spopola su Facebook, Twitter, Instagram e YouTube

Su Facebook e Instagram, Sputnik dà grande spazio alle immagini, ai sondaggi e al coinvolgimento dei suoi, complessivi, 140mila follower. Quella, insomma, che in gergo si chiama "call to action", una chiamata all'azione, spesso con ricompense e premi. Un esempio? La nascita del concorso "V for Victory", rilanciata sui social di Sputnik, con tanto di sito dedicato. Gli utenti sono invitati a postare una foto sulla loro bacheche, rendendolo pubblico, mostrando una "V"  come gesto di vittoria, citando (taggando) un amico e usando l'hashtag #SputnikV4Victory. In palio, per i fortunati, c'è un viaggio in Russia "quando si potrà". Un vaccino che ti premia, oltre a salvarti, è una trovata social forse difficile da immaginare ma che può dare molti frutti in termini di visibilità e aumento della propria communità.   

Su Youtube la comunicazione di Sputnik V privilegia invece la qualità rispetto alla quantità. Sul canale compaiono una ventina di video, quasi tutti inferiori ai due minuti, focalizzati su determinati aspetti del vaccino, delle sue caratteristiche, della sua futura importanza. Ogni contenuto è curato, con un messaggio chiaro e riconoscibile, corredato di dati, ovviamente scelti soggettivamente, sondaggi esterni, volti sorridenti. Gli iscritti sono poco più di 5mila.        

Ma chi c'è dietro a tutto ciò? Il "blitz" sui social, come lo chiama Fortune, è stato voluto e progettato dal Russian Direct Investment Fund (Rdif) e dal Gamaleya National Center for Microbiology and Epidemiology, che ha sviluppato il vaccino, con l'intenzione "di promuovere l'accettazione e l'uso del vaccino russo in tutto il mondo". Da una parte, quindi, si vuole fornire un'informazione selezionata e approvate; dall'altra, invece, si desidera "dare alle persone la speranza che presto si libereranno dalla pandemia e potranno tornare a una vita normale" senza "distanziamenti sociali e mascherine".

Le parole sono di Kirill Dmitriev, Ceo di Rdif, durante il lancio della campagna nel 2020.    Insomma, costruirsi una solida reputazione sul web, in tempi in cui i social network sono capaci di influenzare l'opinione pubblica, i media e milioni di semplici utenti, potrebbe essere fondamentale anche per un vaccino. E forse Sputnik lo ha capito prima di tutti.

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