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Garante della privacy: "Un grande fratello governa il web". E a Facebook...

Privacy: Garante, da grandi fratelli web condizionamenti decisivi


"La concentrazione in capo a pochi soggetti privati di un rilevantissimo potere, non solo economico, ha determinato un mutamento sostanziale nei rapporti tra individuo e Stato, tra pubblico e privato, cambiando profondamente la geografia del potere. Un numero esiguo di aziende possiede un patrimonio di conoscenza gigantesco e dispone di tutti i mezzi per indirizzare la propria influenza verso ciascuno di noi, con la conseguenza che, un numero sempre piu' grande di persone - tendenzialmente l'umanita' intera - potra' subire condizionamenti decisivi". A sottolineare i rischi legati al ruolo crescente dei "tanti 'grandi fratelli' che governano la rete" e' il Garante della privacy, Antonello Soro, nella sua Relazione annuale al Parlamento. "Gli Over the Top - spiega Soro - sempre piu' spesso intervengono, in un regime prossimo all'autodichia, per comporre istanze di rilevanza primaria, quali informazione e diritto all'oblio, liberta' di espressione, dignita' e tutela dalle discriminazioni, veridicita' delle notizie diffuse. Parallelamente, l'intervento statale e' reso piu' complesso dalla capacita' delle nuove tecnologie di scardinarne i presupposti essenziali: in primo luogo la territorialita', quale criterio di competenza ed applicazione della legge".


Internet: Boldrini, non rassegnarsi a strapotere giganti web


"'Google, Facebook, Apple e Microsoft, tutti insieme, hanno una capitalizzazione di Borsa equivalente al Pil della Francia. Chi puo' contrastarli? Ormai sono piu' potenti dei governi". La presidente della Camera, Laura Boldrini, fa sue le parole del manager Franco Bernabe', per dire che "a questo strapotere non ci si puo' rassegnare" e "nessuno Stato democratico puo' rassegnarsi a questo strapotere". Introducendo sulla relazione annuale del Garante della Privacy a Montecitorio, Boldrini ha spiegato che "in questa legislatura abbiamo cercato di fare la nostra parte", collaborando spesso con il Garante della privacy con il quale "ci siamo trovati sulla stessa strada".


Privacy: Garante, fake news prodotto 'autismo informativo'


"Tra i rischi di un uso distorto del web e di una certa tendenza all'autismo informativo - per cui si tende a ricercare, in una spirale auto confermativa, le notizie che rafforzano le nostre convinzioni - vi e' anche quello delle fake news". E' quanto scrive il Garante della privacy, Antonello Soro, nella sua Relazione annuale al Parlamento. Si tratta - premette Soro - di una "definizione attribuita a cose molto diverse tra loro (falsita', tweet automatizzati, hate speech, veri attacchi cibernetici), accomunate dalla tendenza a far dipendere l'attendibilita' della notizia non dalla sua verificabilita', ma dalla quantita' di condivisioni ottenute. Su questo terreno non sono risolutive ne' la via esclusivamente tecnologica - che automatizzando il riscontro fattuale deprimerebbe ulteriormente il senso critico - ne' quella penale, che finirebbe con l'assegnare alla magistratura il ruolo di Tribunale della Verita'. Laddove in democrazia l'esattezza non e' conseguibile altrimenti che con il pluralismo dialettico. E con il limite del rispetto dell'altrui dignita', assistito dalle norme anche penali, che tracciano il confine al cui interno non puo' che residuare un'incomprimibile sfera di libera espressione". Per il Garante, "e' illusorio pensare che possano esistere nuove autorita' od organi certificatori della verita'. Il fenomeno delle fake news e l'uso distorto del web che ne e' alla base vanno contrastati con una strategia complessa e articolata, ma non per questo meno energica. A partire da un forte impegno pubblico e privato nell'educazione civica alla societa' digitale, dalla sistematica verifica delle fonti e da una forte assunzione di responsabilita' da parte di ciascuno: dal singolo utente alle redazioni e, certo, ai grandi gestori della rete". "La democraticita' dell'infosfera - conclude il Garante - e' una risorsa che tutti dobbiamo preservare. Gli effetti prodotti anche in campo politico-elettorale da tali fenomeni, in occasione delle competizioni elettorali di grandi democrazie come gli Stati Uniti o la Francia, inducono a ritenere urgente anche una piu' complessiva riflessione sull'aggiornamento della ormai datata disciplina delle campagne elettorali, con riferimento ai mezzi di comunicazione politica oggi piu' frequentemente utilizzati".


Privacy: Garante, piu' garanzie ai cittadini contro telemarketing


In tema di telemarketing, "abbiamo suggerito al legislatore modifiche normative tali da rafforzare le garanzie dei cittadini e contrastare, in particolare, le condotte elusive della disciplina fondata sul consenso. Il disegno di legge di riforma di tale disciplina, all'esame del Senato, ha raccolto alcune di queste indicazioni e, ove superati gli effetti contraddittori di una norma contenuta nel ddl concorrenza, potrebbe condurre verso un governo piu' efficiente del settore". Ad affermarlo e' il Garante della privacy, Antonello Soro, nella sua Relazione annuale. "Nel 2016 le segnalazioni sono state circa 6mila - ricorda Soro -. L'attivita' ispettiva dell'Autorita', svolta con l'ausilio del Nucleo speciale privacy della Guardia di finanza, ha messo in luce rilevanti illeciti commessi da primarie societa' di telefonia (milioni i dati trattati in violazione di legge) e si e' concretizzata in importanti provvedimenti prescrittivi e sanzionatori. Anche recentemente confermati dal giudice ordinario. L'attivita' di accertamento in loco si e' svolta anche presso alcuni call center albanesi nella cornice del protocollo stipulato nel 2015. In termini piu' generali - conclude il Garante - dagli elementi in corso di acquisizione, si rileva che con crescente frequenza dovra' richiedersi la collaborazione di altre autorita' di controllo, sia nel territorio dell'Unione (Romania e Bulgaria), sia al di fuori di esso (Albania e Svizzera)".


Privacy: Garante, nel 2016 sanzioni amministrative per 3,3 mln


Sanzioni amministrative riscosse per circa 3,3 milioni di euro, 561 provvedimenti collegiali, oltre 24mila risposte a quesiti. Sono solo alcuni dei numeri dell'attivita' svolta nel 2016 dall'Autorita' Garante per la protezione dei dati personali, composta da Antonello Soro, Augusta Iannini, Giovanna Bianchi Clerici e Licia Califano. Tra i principali campi di intervento, il crimine informatico e la cybersicurezza; la profilazione online e i social media; i rischi della Rete e il cyberbullismo; la lotta al terrorismo e la sorveglianza di massa; i Big Data; l'uso delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro; la trasparenza della Pa online e le garanzie da assicurare ai cittadini; il fisco e la tutela della riservatezza dei contribuenti; il telemarketing; le intercettazioni e la protezione dei dati contenuti negli atti processuali; la tutela dei minori da parte dei media; i diritti dei consumatori; le grandi banche dati pubbliche; il mondo della scuola; il diritto all'oblio; le garanzie per il trasferimento dei dati negli Usa; la sanita'. Sono stati decisi 277 ricorsi, riguardanti soprattutto editori (anche televisivi); banche e societa' finanziarie; datori di lavoro pubblici e privati; sistemi di informazione creditizia; Pa e concessionari di pubblici servizi. I pareri resi dal Collegio al governo e Parlamento sono stati 20 e hanno riguardato, in particolare, l'attivita' di polizia e sicurezza nazionale; l'informatizzazione delle banche dati della Pa; il fisco; lo Spid; la carta elettronica degli studenti e dei docenti; i dati sanitari. Le audizioni sono state 9 e hanno riguardato innanzitutto le norme in materia di telemarketing, di lotta al terrorismo, di trasparenza, di videosorveglianza. Le violazioni segnalate all'autorita' giudiziaria sono state 53, in particolare per mancata adozione di misure minime di sicurezza a protezione dei dati. In aumento il numero delle violazioni amministrative contestate, che nel 2016 sono state 2.339 (il 38% in piu' rispetto all'anno precedente). Una parte consistente (1.817 violazioni contestate) ha riguardato l'omessa comunicazione agli interessati di data breach da parte dei gestori di telefonia e comunicazione elettronica. Seguono il trattamento illecito dei dati per uso senza consenso; l'omessa o inadeguata informativa agli utenti sul trattamento dei loro dati personali; la conservazione eccessiva dei dati di traffico telefonico e telematico; la mancata adozione di misure di sicurezza; l'omessa esibizione di documenti al Garante; l'inosservanza dei provvedimenti dell'Autorita'. Sono state effettuate 282 ispezioni. Gli accertamenti, svolti anche con il contributo delle Unita' Speciali della Guardia di finanza, Nucleo speciale privacy, hanno riguardato numerosi e delicati settori, sia nell'ambito pubblico che privato. Per quanto riguarda il settore privato le ispezioni si sono rivolte principalmente ai trattamenti di dati effettuati da societa' che operano nel settore del car sharing; a quelle che si occupano di web marketing e marketing telefonico; alle societa' che si occupano di ricerca genetica; alle agenzie di lavoro interinale; alle societa' di assistenza tecnica e recupero dati per pc e telefonia mobile; ai giochi on line; alle finanziarie. Nel settore pubblico l'attivita' di verifica si e' concentrata particolarmente sui Caf, sulle grandi banche dati pubbliche e sul sistema della fiscalita', con speciale riguardo alle misure di sicurezza e al sistema degli audit.


Privacy: Garante, diritto fatica a tenere passo tecnologia


"La protezione dati e' ora - come e piu' di venti anni fa - la frontiera su cui si gioca una parte rilevante del nostro futuro. Perche' oggi, assai piu' che allora, non vi e' attivita' privata o pubblica che non si fondi su tecnologie alimentate da dati personali". Lo sottolinea il Garante della privacy, Antonello Soro, nella sua Relazione annuale sull'attivita' dell'Authority. "Le telecamere - ricorda Soro - sono oggi non solo molto piu' numerose, ma anche piu' 'intelligenti': riconoscono le persone, classificano i comportamenti e reagiscono di conseguenza. I processi di automazione del lavoro ne stanno determinando quasi una de-umanizzazione. La progressiva sostituzione dei lavoratori, anche di quelli addetti alle funzioni piu' complesse, con le macchine, e' destinata ad avere conseguenze sociali rilevantissime". "Anche gli sforzi piu' encomiabili - ammette il Garante - fatti in tale campo per presidiare con adeguate garanzie l'incessante evoluzione (si pensi ai tentativi dell'Ue di definire lo statuto giuridico dei robot) mostrano quanto il diritto fatichi a tenere il passo di queste trasformazioni e delle sfide che essi pongono, non solo in termini responsabilita'. A breve - annunciano i ricercatori - nuove tecnologie consentiranno al cervello di scrivere e alla pelle di ascoltare, attraverso dispositivi indossabili. L'intelligenza artificiale viene spinta sino al punto di mutare la stessa funzione dei nostri organi. La combinazione tra informatica e genetica ha consentito alla tecnologia di insinuarsi fin nelle pieghe piu' profonde delle nostre esistenze, riscrivendone codici, sovrapponendo biologia e biografia. La progressiva mappatura dell'intero patrimonio genetico ha reso evidenti le potenzialita' straordinarie della medicina predittiva e di precisione, il cui sviluppo non puo' prescindere, tuttavia, da un'adeguata tutela delle informazioni personali sulle quali si basa. E anche prescindendo dagli sviluppi futuri, il nostro processo gia' oggi non e' immune dalla tentazione della delega fideistica della giurisdizione alla scienza che, per quanto esatta, non conosce i parametri della responsabilita', della colpa e dell'equita'. La delega all'algoritmo persino della prognosi di recidiva penale, oggetto di recente controversia in alcuni Stati americani, e' in tal senso significativa". "In un contesto di cosi' incessante cambiamento - conclude Soro -, garantire il diritto alla protezione dei dati personali vuol dire coniugare tecnologia e umanita', liberta' e sicurezza, trasparenza del pubblico e riservatezza del privato, informazione e dignita', iniziativa economica e autonomia individuale, scienza e liberta' dal determinismo".


Privacy: Garante, foto figli su social alimentano pedopornografia


"Secondo recenti ricerche, la pedopornografia in rete e, particolarmente nel dark web, sarebbe in crescita vertiginosa: nel 2016 due milioni le immagini censite, quasi il doppio rispetto all'anno precedente". A lanciare l'allarme e' Antonello Soro, Garante della privacy, nella sua Relazione annuale al Parlamento. "Fonte involontaria sarebbero i social network in cui genitori postano le immagini dei figli", avverte Soro che - sempre in tema di minori - promuove invece la nuova legge sul cyberbullismo giudicando "particolarmente positiva la scelta di coniugare un approccio preventivo e riparatorio, grazie alla promozione dell'educazione digitale e alla specifica procedura di rimozione dei contenuti lesivi presenti in rete. Il meccanismo delineato evita una preventiva e generalizzata ingerenza da parte dei provider e tuttavia li responsabilizza su segnalazione degli interessati, anche se minori. L'Autorita' si impegna a svolgere l'importante funzione di garanzia assegnatale dalla legge, nella consapevolezza sia delle oggettive difficolta' tecniche sia delle necessita' di risorse adeguate ai nuovi compiti".

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