Economia
Brand o brand...elli / Sammontana, da bar di provincia a impero del gelato: la storia del Barattolino più famoso d'Italia
Dalla scommessa di Romeo Bagnoli nel dopoguerra alla scomparsa di Loriano, ultimo dei fratelli fondatori: la storia di un’impresa familiare simbolo del Made in Italy







Sammontana: dal bar di provincia al colosso del gelato "all’italiana"
C’era una volta un casellante con un sogno e una latteria di provincia. Da lì nasce una delle storie imprenditoriali più autentiche e italiane che ci siano: quella di Sammontana, il marchio che ha insegnato al Paese che "gelato" e "ice cream" non sono la stessa cosa.
È il 1946, l’Italia prova a rialzarsi dalle macerie della guerra, e a Empoli, Romeo Bagnoli scommette tutto su un bar-latteria che prende il nome dalla fattoria che gli fornisce il latte. Niente business plan, solo intuito e latte fresco. Ma da quella scelta impulsiva, quasi ingenua, inizia la parabola di un impero dolce e gelido.
Renzo, il figlio maggiore, ha lo sguardo lungo e le mani che sanno lavorare. Trasforma la latteria in una gelateria, comincia a sperimentare e, in pochi anni, i coni di Sammontana diventano il passaparola più fresco della Toscana. Nel 1957 arriva il colpo di genio: lo slogan "Gelati all’italiana", che sancisce l’identità di marca e distingue il gelato di casa nostra dall’ice cream americano, allora simbolo dell’occupazione culturale postbellica.
Nel 1959 nasce il Barattolino, il barattolo più famoso del Paese, icona pop che ancora oggi abita i freezer degli italiani. È la svolta industriale. Nel 1960 i fratelli Bagnoli costruiscono lo stabilimento di Empoli, la sede che diventerà il cuore pulsante del gruppo.
Con la meccanizzazione della produzione, Sammontana fa il grande salto. È il decennio del boom economico e gli italiani vogliono il comfort moderno anche nel cono. L’azienda cresce, assume, investe. Il gelato artigianale diventa prodotto industriale, ma senza perdere quella patina di autenticità che lo distingue dalle multinazionali straniere.
La logistica diventa un’ossessione: distribuire il gelato in tutta Italia, mantenerlo fresco, rispettare le catene del freddo in un Paese che ancora deve costruire le sue autostrade. Ma i Bagnoli non si fermano. Tra la fine dei ’70 e gli anni ’80, Sammontana diventa una presenza fissa nella grande distribuzione.
Quando nel 1980 il designer Milton Glaser (quello del celebre "I ❤️ NY") idisegna il logo Sammontana, trasforma il cono gelato in un’icona. Quel sorriso beffardo, la linguetta rossa, la mezzaluna. Un’immagine immediata e senza tempo. È il simbolo perfetto per un’azienda che vuole restare popolare.
Intanto, Renzo e i suoi fratelli capiscono che il gelato, da solo, non basta. Nasce la linea Il Pasticcere, i croissant congelati per bar e hotel, e il brand si spinge oltre la stagionalità. Negli anni Duemila la famiglia Bagnoli decide che è il momento di crescere ancora. Nel 2008 arriva l’acquisizione di GranMilano, che porta in dote marchi storici come Sanson, Tre Marie e Mongelo. Sammontana entra così nell’élite delle prime cento aziende agroalimentari italiane e si siede al tavolo con i giganti globali del freddo.
Nel frattempo il logo si fa più pulito, più contemporaneo. Il "conetto" rimane il cuore del brand, ma la grafica si alleggerisce. L’identità resta quella di sempre. Oggi Sammontana è una holding familiare che guarda lontano. Alla guida ci sono Leonardo e Lorenzo Bagnoli, rispettivamente presidente e vicepresidente, insieme all’amministratore delegato Alessandro Angelon.
L’obiettivo ad oggi? Raddoppiare il fatturato in cinque anni, fino a sfiorare i due miliardi. Un traguardo che sembra meno ambizioso se si considera il recente matrimonio industriale con Forno d’Asolo, operazione sostenuta da Investindustrial, che ha portato in dote marchi come Bindi.
La forza di Sammontana sta in questo: ogni generazione Bagnoli ha rifondato l’azienda senza mai rinnegarne le radici. Dalla latteria al laboratorio, dal laboratorio alla fabbrica, dalla fabbrica al gruppo internazionale. Quando lo scorso 3 novembre si è spento Loriano Bagnoli, l’ultimo dei fratelli fondatori, Empoli ha pianto un pezzo della propria identità. Ma Sammontana non è mai stata solo un’azienda: è una metafora di quell’Italia che riesce ancora, a costruire futuro da un semplice bancone di bar. e con un sorriso che, da settant’anni, non si è ancora sciolto.
