"Mia moglie", parla l'infermiera che ha smascherato il gruppo Facebook: "Quel seno in primo piano, i commenti volgari e poi..." - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 12:05

"Mia moglie", parla l'infermiera che ha smascherato il gruppo Facebook: "Quel seno in primo piano, i commenti volgari e poi..."

Meta ha deciso di chiudere la pagina "Mia Moglie" in seguito alle tante segnalazioni e violazioni ripetute della privacy

di Redazione Mediatech

"Mia moglie", parla la donna che ha fatto chiudere la pagina dei "guardoni" su Facebook

Il caso social del momento è la chiusura della pagina Facebook "Mia moglie", un gruppo sui social in cui finivano in bella mostra foto di nudo di donne ignare, scatti intimi rubati dai rispettivi compagni o anche da amanti, amici, parenti e messi in rete. Meta ha deciso di chiudere la pagina in seguito alle tante segnalazioni e violazioni ripetute della privacy. Ma chi ha smascherato questo gruppo di "voyeur" è stata un'infermiera. "Guardo quella foto comparsa sulla mia pagina Facebook e mi chiedo: “Che cos’è questa roba?”. Era stata postata da un anonimo. Era - racconta la donna che ha denunciato a Il Corriere della Sera - il seno di quella donna in primo piano, era evidente che chi l’aveva pubblicata cercava commenti di un certo tipo, che infatti c’erano. Il solito corollario di volgarità. Mi sono incuriosita e ho pensato: voglio proprio capire che fanno, questi".

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Poi - prosegue la donna a Il Corriere - ho capito di che si trattava e ho denunciato la cosa a Meta e anche alla Polizia postale e invitato anche delle mie amiche a farlo. Dopo qualche giorno la pagina è stata chiusa. Ciascuno è libero di fare quel che vuole ma se un uomo dà in pasto al mondo del web la foto intima di sua moglie senza chiederle il permesso ha un problema con il concetto di consenso, e mi pare che non sia un problema di poco conto. È questo l’aspetto che conta di più in questa storia. Sono contenta di sapere che se ci si muove in massa, com’è successo dopo la mia segnalazione, le cose possono cambiare e si possono ottenere risultati. Non si parla di uomini malati, si parla di uomini che non hanno consapevolezza del disvalore delle loro azioni. È un problema profondo, e purtroppo temo che non si risolva chiudendo un gruppo Facebook".

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