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"La poeta" di Paola De Carolis

Da tempo è in atto nel mondo ed in Italia in particolare la smania di deformare e storpiare le parole per proiettare quella che è a tutti gli effetti una “violenza di genere”.

La moda, dicevamo, è sotto tutti gli occhi di tutti: dalle terribili parole “sindachessa” “deputatessa” etc care alla Boldrini fino alla violenza sui sintagmi vera e propria.

L’ultima si può ritrovare sul Corriere di oggi in un articolo di Paola De Carolis invero abbastanza nota per provocazioni femministe estremali che utilizza in un articolo in cui cerca di dimostrare inutilmente che la poetessa (peraltro in cura psichiatrica) Sylvia Plath sia stata indotta al suicidio dall’ ex marito e famoso scrittore Ted Hughes tesi peraltro sconfessata da quella che fu la nuova moglie dello scrittore e cioè Carol Hughes.

Ebbene la De Carolis non trova di meglio che scrivere “La poeta” per indicarla.

A noi risulta che “poeta” sia ancora un termine singolare maschile e che l’equivalente femminile sia “poetessa”.

Cosa chiara a tutti ma non a chi utilizza le parole in chiave sessista per piegarle al suo uso personale e rilasciare una dose di veleno anche in un dibattito culturale.

 

Tags:
paola de carolissylvia plathted hughes





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