Nyt, native advertising e nuovo sito: la signora in grigio cambia look
La signora in grigio non si concede, ma decide di rifarsi il trucco. Il New York Times, passato alla storia come The Grey Lady, ha detto no alla proposta miliardaria di Chen Guangbiao, imprenditore cinese che aveva messo gli occhi sul giornale. "Non siamo in vendita", ha affermato un portavoce del Cda.
Guangbiao se ne è già fatto una ragione: sembra abbia messo gli occhi sul Wall Street Journal, oggi nelle mani della Newscorp di Rupert Murdoch.
La Cina non è ancora abbastanza vicina, ma il Nyt sa bene che non può permettersi il grigiore dei tempi passati. Dopo 5 anni, ha cambiato il look della versione online. E' stato un successo. Nessuno ha avuto da ridire sulla nuova veste grafica. Mashable ha lo ha definito "un ritorno al futuro". Pulito com'è nello stile essenziale del giornale, ma sempre più moderno. A tal punto da modificare uno degli slogan più famosi della storia dell'editoria: Il Nyt passa da All the News That's Fit to Print a All the News That's Fit to Pixel.
E il rinnovamento non passa solo dalla grafica. Il giornale si apre al "native advertising". Il giornalismo in guanti bianchi del novecento di certo inorridirebbe. Ma, soprattutto se si vuole essere editori (e giornali) puri, serve guaradare alla pubblicità. Anche "nativa". Cos'è? E' un ibrido tra giornalismo e advertising. Uno staff di professionisti dell'informaizone ed esperti di marketing crea contenuti pubblicitari che si attagliano ai lettori. Per ora si distinguona dall'inserzione classica (che sarà contornata di blu) ma la differenza si sfuma. Un'altra gradazione di grigio.
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