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Rai rosa, ma ci sono anche grandi escluse. I nomi
da sinistra a destra Monica Maggioni, Simona Sala e Alessandra De Stefano

Rai a traino rosa con Maggioni al Tg1, Sala al Tg3 e De Stefano a Rai Sport

 

Ogni volta che si avvicinano le nomine in Rai, parte l’arrembaggio delle forze politiche. E non c’è legge che tenga: i partiti continuano a brigare e a mettere becco. Con conseguente coda di polemiche perché ogni tornata si porta dietro il suo carico di scontenti. Anche l’era Draghi da questo punto di vista non fa eccezione. Al di là delle rimostranze dei Cinque stelle (dove si stanno registrando le maggiori turbolenze), però, questa infornata di nomine almeno su un punto trova tutti d’accordo: la rivoluzione femminile all’ombra di viale Mazzini. Mamma Rai si tinge di rosa con le tre le giornaliste proposte dall’ad Carlo Fuortes che hanno ricevuto oggi il disco verde del Cda.

Tutte risorse interne all’azienda pubblica che, per la prima volta nella sua storia, vede approdare una donna alla direzione del Tg1. Si tratta di Monica Maggioni, un passato come inviata di guerra (in particolare fu in prima linea durante la seconda Intifada tra palestinesi e israeliani, ma anche l’unica giornalista al seguito dell’esercito americano nel 2003 nella guerra in Iraq), oltre che ex presidente della Rai. E poi ci sono Simona Sala, la quirinalista del Tg1 indicata alla guida del Tg3, e Alessandra De Stefano, con una lunga carriera a Rai Sport, che da attuale vicedirettrice è stata appunto designata per la direzione. 

Rai, per il conduttore di Tv Talk Massimo Bernardini stavolta non sono state fatte scelte politiche, “ha prevalso la caratura femminile di alto livello

Di questa ventata rosa in Rai, Affaritaliani.it ha parlato con il giornalista e autore televisivo Massimo Bernardini. Il noto conduttore di Tv Talk crede che stavolta “Fuortes non abbia fatto una scelta politica in senso stretto, soddisfacendo, per dirla brutalmente, l’editore”. Insomma, queste nomine, continua, “non le vedo come soddisfazione di certe aree politiche. Non conosco De Stefano, ma Maggioni e Sala sì. Si tratta di grandi professioniste”, dunque ha prevalso “la caratura femminile, ma una caratura femminile ad alto livello”.

Bernardini è convinto, inoltre, dell’apporto che le donne possano dare alla Rai: “Io credo nella differenza di genere quale dato positivo. Come il resto del mondo ci insegna, le donne possono portare ovunque, e quindi anche nel giornalismo e nella direzione di testate giornalistiche così importanti, una chiave diversa sia nello stile lavorativo e sia nello sguardo e nell’attenzione. In più, una donna, essendo abituata ad un multitasking che l’uomo non conosce, alla guida di un gruppo è più intelligente, più aperta e meno formale.

L’importante - sottolinea il conduttore tv - è che non si lasci inchiodare dal modello dirigenziale maschile che rimane prevalente”. Se fosse stato per Palazzo Chigi, inoltre, si sarebbe potuto osare di più, attingendo anche ad altre professionalità femminili esterne alla televisione di Stato. Poi, si sa come è andata. Si è deciso quindi di valorizzare le risorse interne. Eppure, di profili fuori dal perimetro Rai ne sono stati vagliati diversi.

Rai, Stefanelli, Varetto e Pancheri le grandi escluse

Uno su tutti è quello dell’attuale vicedirettore vicario del Corriere della Sera, Barbara Stefanelli. Milanese, classe 1965, Stefanelli è un vero e proprio simbolo dell’empowerment femminile. Non a caso premiata alla XXI edizione del Chi è Chi Awards dedicato a questo tema. Si è aggiudicata lei, appunto, il premio per la comunicazione al femminile. Non il solo riconoscimento che vanta nel suo curriculum. Il primo per importanza rimane il Marisa Belisario del 2010, ma ha vinto anche il Matilde Serao nel 2013. Al Corriere dal ‘92, è stata caporedattore centrale e caporedattore Esteri, oltre che direttore del settimanale “Sette” dal maggio 2019.

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