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Crowdfunding, futuro del reportage: "Così il lettore diventa editore"

 

twitter @paolofiore

Ucraina, Libia, Afghanistan. Tre reportage da zone di guerra, finanziate dai lettori grazie al crowdfunding. Sono i primi risultati di un'iniziativa lanciata da ilGiornale.it. Come funziona? La testata propone un reportage, i lettore inviano il proprio contributo. In cambio ricevono giornalismo di qualità. Uno sguardo diretto e diverso da quello il taglio dei costi pretende di appiattire. "In questo modo il lettore diventa un piccolo editore", afferma Andrea Pontini, amministratore delegato de ilGiornale.it. Una spinta per battere la ritrosia degli editori. "E anche dei giornalisti", sottolinea Flavio Biloslavo, inviato di guerra e già protagonista del primo reportage, dall'Ucraina.  

Il crowdfunding sarà il tema di una tavola rotonda organizzata il 7 febbraio. ilGiornale.it ne approfitterà per lanciare un altro reportage (sull'Islam in Europa) e un nuovo progetto (sulle comunità cristiane). E intanto Pontini e Biloslavo, inviato di punta assieme a Gian Micalessin, guardano già oltre: al giornalismo d'inchiesta e a sinergie con altre testate. "Questo è il futuro del giornalismo".…

 

L'INTERVISTA AD ANDREA PONTINI E FLAVIO BILOSLAVO

Coma mai una testata storica ha scelto una via di finanzimento così innovativa?

Pontini- L'idea è nata dal rapporto di amicizia con Fausto Biloslavo. Ci siamo resi conto che i giornali, anche a causa della crisi, hanno rinunciato agli inviati, specie in zone di guerra. E tutti ci siamo ritrovati a scrivere utilizzando le agenzie. Questo vuol dire un appiattimento dell'informazione.

Biloslavo- Con il crowdfunding il lettore diventa piccolo editore. Sono stato in Ucraina con una raccolta last minute. E una volta a Kiev mi sono collegato via Skype con i lettori. E' un modo per eliminare ogni filtro.

Pontini- Fausto e Gian Micalessin hanno abbracciato il progetto. Ne abbiamo parlato all'editore, abbiamo vinto alcune resistenze. Siamo partiti con qualche timore. Dopo una settimana abbiamo coperto il primo reportage, che consentirà a Fausto di seguire le elezioni in Afghanistan il prossimo aprile.

 

Costi dei reportage?

andrea pontiniAndrea Pontini, Ad ilGiornale.it
 

Pontini- Per quello in Afghanistan 4 mila euro. Quello dalla Libia, dove è in questi giorni Micalessin, è costato 5 mila euro. Abbiamo avuto una risposta incredibile. Tanto che lanceremo un altro reportage e un progetto più ampio (con molti giornalisti e diverse location) che racconterà la sofferenza delle comunità cristiane nel mondo: in Siria, Nigeria, Pakistan, Libia.

Il campo di applicazione del crowdfunding si limita ai reportage di guerra o potrà essere ampliato, ad esempio, al giornalismo d'inchiesta?

Pontini- E' nei nostri piani. Il reportage che lanceremo il 7 febbraio non sarà in zone di guerra, ma è un'inchiesta di una giovane reporter, Barbara Schiavulli, sulla presenza delle comunità islamiche più intransigenti nelle capitali europe.

Biloslavo- Siamo solo all'inizio. Non dobbiamo limitarci a coinvolgere i lettori ma ampliare il raggio d'azione a sponsor e ong perché pensiamo che il rapporto diretto con i sostenitori possa far rinascere il giornalismo in zone di crisi e il giornalismo d'inchiesta. E poi il progetto è aperto ad altri colleghi e ad altre testate. Ce ne sono tante con cui si può trovare una sinergia, aumentando il raggio d'azione e il numero dei giornalisti coinvolti.

 

Anche Freelance?

Pontini- Sì. Abbiamo avuto da subito il sostegno di molti freelance e ricevuto diversi progetti di reportage. Li esamineremo. Ma l'ultima parola spetta ai lettori.

Biloslavo- Io e Gian Micalessin abbiamo iniziato negli anni '80 come freelance. E' un mondo che ci appartiene.

 

Si sente parlare spesso di diversificazione. Invece il crowdfunding sembra riportare al centro i contenuti.. .

Pontini- Credo che la qualità nel giornalismo online faccia la differenza. E sono convinto che essere leali verso i lettori premia. E' importane sottolineare che questa cosa nasca dal web e poi finisca su altri mezzi. E' un segno.

Biloslavo- Questo non vuol dire storcere il naso, ad esempio, davanti all'e-commerce. A patto che sia di qualità, legato al prodotto e ai contenuti. E' il caso del libro fotografico "Gli occhi della guerra", che daremo a chi ci sostiene.

 

I critici indicano il crowdfunding come un fattore di disimpegno dell'editore. E' così?

Pontini- Credo che non ci sia nessuno che possa leggere questa iniziativa negativamente. Se non l'editore stesso.

 

BiloslavoFlavio Biloslavo
 

Quindi c'è anche un problema di ritrosia degli editori...

Pontini- Nel nostro caso l'editore ha accettato di aprire all'intervento dei lettori. I primi risultati ci stanno danno ragione. In altri casi ci può essere una certa ritrosia degli editori, ma anche delle redazioni. In poche accettano i commenti degli utenti. Molte pensano che il lettore debba solo leggere. E' una visione parziale figlia di una concezione vecchia del giornalismo.

Biloslavo- Non ci nascondiamo: ci sono colleghi, vecchi leoni del giornalismo, che dicono che i soldi dovrebbe tirarli fuori l'editore. Ma c'è crisi e bisogna fare di necessità virtù. Siamo in un territorio inesplorato. Non mi vergogno di chiedere i soldi al lettore e a chi è interessato al progetto. Questa nuova iniziativa riguarda anche noi giornalisti. In passato siamo stati abituati troppo bene. Nella settimana che ho appena trascorsa a Kiev sono stato davvero multimediale. E mi è piaciuto esserlo, senza contestare all'editore che stavo lavorando il triplo. Scrivevo il pezzo per il cartaceo, ripreso sul sito, scattavo foto, realizzavo video e mi facevo riprendere: questo è il futuro del giornalismo. Questo fa il gioco di tutti: editori, giornalisti e lettori.

Pontini- Fausto ha documentato l'Ucraina con un taglio diverso. Non esito a parlare di democrazia dell'informazione. Un arricchimento per tutti.

 

ll crowdfunding potrebbe essere la tanto ricercata strada che incrocia gratuità del'informazione online, sostenibilità econoomica e contenuti di qualità?

Pontini- Magari ce ne saranno altre, ma questa è una strada.

Biloslavo- Uno dei punti centrali è proprio questo. La multimedialità consente di rivendere il prodotto, magari anche all'estero, dopo averlo pubblicato sulle proprie testate. In questo modo il reportage alimenterebbe i prossimi reportage. Ma sempre grazie al contributo iniziale del lettore. 

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reportagegiornalismocrowdfunding

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