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Rete 4, un caso l’intervista a Lavrov: “Onta per Italia”, “Libertà di stampa"
Sergej Lavrov e Giuseppe Brindisi

Guerra Russia Ucraina, Mediaset nella buferaLetta: da Lavrov spot propaganda onta per Italia 

L’intervista del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, rilasciata alla trasmissione di Rete 4 “Zona bianca” è diventata un caso mondiale. Per il segretario del Partito democratico Enrico Letta si tratta “un'onta” e “un danno a tutta Rete4, tutta Mediaset e l'Italia intera”. Tutta Europa “non parla altro che di un Paese, che non e' un piccolo Paese ma un grande Paese europeo che non non può permettersi di avere una grande tv nazionale che trasmette uno spot di propaganda intollerabile”. A Letta l’intervista a Lavrov “scandalizza” e definisce “l’abisso” aver augurato “buon lavoro” al ministro, riferendosi al conduttore Giuseppe Brindisi.

Guerra Russia Ucraina, Mediaset: da Lavrov parole deliranti ma foto storia

"Le deliranti affermazioni del ministro degli esteri russo Lavrov a Zona Bianca rivestono particolare importanza perché' confermano chiaramente la mancanza di volontà da parte di Putin di arrivare ad una soluzione diplomatica della guerra dei russi contro l'Ucraina. E comunque la si pensi, oggi sappiamo qualcosa in piu' della Russia e di chi la governa”, ha dichiarato il direttore generale dell'informazione di Mediaset, Mauro Crippa, a proposito dell'intervento del ministro degli Esteri russo alla trasmissione 'Zona Bianca' di Rete 4.

"Quanto alle accuse e agli assurdi parallelismi di Lavrov su Hitler e gli ebrei, solo antisemiti viscerali possono ancora dare credito a quelle che appaiono come follie allo stato puro, oltre che a falsi storici gia' smentiti dai fatti. Ma Lavrov non e' un passante. E il numero due della Federazione Russa. L'intervista al ministro degli esteri russo e' un documento che fotografa la storia contemporanea. Ai critici un tanto al chilo consigliamo la visione delle programmazioni di reti, tg e speciali Mediaset sulla guerra in Ucraina. Ne trarranno facilmente la conclusione che l'azienda ha ben chiaro chi ha voluto e cominciato questo conflitto", ha aggiunto Crippa.

"L'Europa - sottolinea - potrebbe essere sempre piu' coinvolta in una guerra ancora piu' sanguinosa e noi non dovremmo sentire chi, a livello istituzionale, questo conflitto l'ha innescato? Il pluralismo dell'informazione e le buone regole del giornalismo suggeriscono sempre di ascoltare tutte le voci, anche quelle piu' controverse e divisive. Ma questo, come nel nostro caso, non significa condividerle. I nostri inviati nelle zone di guerra rischiano ogni giorno la vita per raccontare questo orribile conflitto, senza fare sconti alla propaganda di guerra e mostrando le immagini dei crimini compiuti. Nelle prossime settimane continueremo a dare voce a tutti i protagonisti di questa grave crisi mondiale".


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