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Gli stessi argomenti con cui l'assessore alla Sanità del Lazio Alessio D'amato aveva escluso l'incompatibilità, rispondendo a un'interrogazione del consigliere regionale Antonello Aurigemma, che intervistato da Filippo Roma ha sostenuto che quelle di Sileri a Villa Claudia sarebbero state prestazioni professionali a pagamento. 

Martedì scorso, il Sottosegretario si dichiarava persona offesa all'Adnkronos: ''C'è un'indagine aperta in Procura che mi vede persona offesa. Non posso aggiungere altro''. Ironizzava su Filippo Roma, dicendo: ''Ha scoperto una cosa che forse solo lui non sapeva. Che nella vita faccio il medico e il professore universitario'', e concludeva: ''bisogna avere fiducia nella Magistratura''. Ma "battute a parte, fino al 2018 l'attuale sottosegretario alla Salute era un medico dipendente di un ospedale pubblico, il Policlinico Tor Vergata. Eletto Senatore per il Movimento 5Stelle, in aspettativa, risulta che lavorasse anche per una clinica privata convenzionata. Ha così violato l'incompatibilità prevista dalla legge?", si chiedono 'Le Iene'.

A rispondere al quesito, nel programma di Italia 1, è stata l'intervista al giudice Pasquale Landi, ex Consigliere di Stato, che alla domanda dell'inviato: ''Un medico dipendente di un ospedale pubblico collocato in regime di extramoenia può svolgere attività professionale presso una clinica privata convenzionata con la regione?'', ha replicato: ''No, assolutamente no. Nel momento in cui la struttura è convenzionata l'attività extramoenia non può essere svolta'' ''Ok. E se in quel momento si trova in aspettativa perché eletto parlamentare?'', gli ha chiesto l'inviato. ''Nel momento in cui la struttura è convenzionata l'incompatibilità deriva non solo dal suo status originale di medico dipendente di una struttura pubblica ma l'incompatibilità viene confermata anche dalla legislazione che impedisce di sommare l'indennità a quella propria del Senatore e del Deputato, derivante da enti che sono convenzionati con lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni. L'aspettativa è fatta per consentire al parlamentare di dedicarsi alla sua attività di soggetto che ha un mandato politico parlamentare, non per fargli fare delle cose che altrimenti non potrebbe fare.'', ha concluso Landi.

Il filmato ha ripercorso anche la vicenda sul presunto conflitto d'interessi, oggetto della prima inchiesta che la trasmissione ha mandato in onda un anno fa, che si basava sulla domanda: può esistere un possibile conflitto di interessi quando la moglie del viceministro della salute lavora per una ditta che vende prodotti agli ospedali pubblici? Qualche giorno fa Sileri aveva pubblicamente chiamato in causa Le Iene, dicendo: ''Io sono mesi che ho chiesto di rispondere alle interrogazioni sulla faccenda di mia moglie alle Iene dello scorso anno, perché io ci tengo a spiegare quello che è successo e a dare risposte, non riesco a rispondere per dare chiarezza su mia moglie, non è una cosa normale''.

"La trasmissione - hanno replicato da 'Le Iene' - sarebbe stata ben lieta di dare parola e spazio alle sue puntualizzazioni, di rispondere alle interrogazioni parlamentari e alle domande poste nel servizio, ma anziché farlo, il senatore ha preferito diffidare il servizio per evitare che andasse in onda. Un suo chiarimento sarebbe servito per capire come stiano esattamente le cose. A Filippo Roma, che lo incontrò per capire meglio la vicenda, Sileri diede una prima versione: 'Mia moglie non fa la rappresentante, è un'amministrativa. Diciamo, è proprio l'ultima della catena di quella ditta, proprio, cioè potere decisionale zero'".

 "Ma quello che interessa - proseguono 'Le Iene' - è capire se abitualmente ha a che fare con la vendita di prodotti medicali agli ospedali pubblici, come risulta dalle carte di un appalto di mascherine per la ventilazione al Policlinico Umberto Primo di Roma. Successivamente Sileri fornì una seconda versione, in cui diceva di non sapere nulla del ruolo della moglie nella vendita di mascherine, precisando che: 'Mi state a dì una cosa di cui io conosco zero'.

Però il giorno dopo l'allora viceministro ne diede ancora un'altra: 'Da 12 anni, in quella ditta, faceva la segretaria'. E quando l'inviato gli fece notare che sulle carte c'era scritto altro, Sileri disse che quanto scritto nelle carte ufficiali dell'appalto, circa il ruolo di sua moglie, era sbagliato". "A contraddirlo - proseguono 'Le Iene' - ci furono le dichiarazioni del datore di lavoro di sua moglie, Aldo Segante, e di alcuni addetti delle farmacie di ospedali pubblici che riconobbero la signora Nurry in tutt'altra veste da quella raccontata dal viceministro.

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