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Medicina
Fiaso nei reparti di terapia intensiva il 90% dei ricoveri è per Covid

Meno ricoveri, pressione su terapie intensive ancora forte 

 

Rallenta la crescita di ricoveri Covid negli ospedali sentinella Fiaso: in una settimana, dal 11 al 18 gennaio, l’aumento è stato del 7,1%: Un incremento decisamente più basso rispetto all’accelerazione del 18% registrata nella settimana precedente, 4-11 gennaio.

È quanto emerge dall’ultimo report degli ospedali sentinella della Federazione italiana aziende sanitari e ospedaliere. La rilevazione è stata effettuata in data 18 gennaio e riguarda un totale di 2.339 pazienti adulti.

Il report di 20 ospedali aderenti alla rete Fiaso evidenza un aumento dei ricoveri ordinari pari al 7% e dei pazienti in terapia intensiva lievemente più alto pari al 9%. Permane la differenza di età fra vaccinati e non: i primi hanno in media 72 anni, i secondi 66 anni.

 

Il focus sulle terapie intensive

 

In una settimana la crescita nei reparti intensivi negli ospedali sentinella Fiaso è stata del 9%; frenano dunque i ricoveri in Rianimazione rispetto all’impennata del 18% della scorsa settimana. A occupare i posti letto della Terapia intensiva sono per la maggioranza sempre i no vax: i non vaccinati ricoverati in rianimazione sono il 62% del totale.

 

Il focus sui pazienti pediatrici

 

Nella settimana 11-18 gennaio crescono del 27,5% i pazienti sotto i 18 anni. Nei 4 ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali sentinella il numero dei bambini ricoverati è passato da 120 a 153 di cui 10 in terapia intensivaTra i piccoli degenti il 34% ha tra meno di 6 mesi. Complessivamente quasi 2 su 3 dei minori ricoverati (il 61%), ha meno di 4 anni ed è dunque in una fascia di età non vaccinabile mentre il 25% ha tra 5 e 11 anni.

 

Il focus sui pazienti “con Covid”: positivi ma ricoverati con altre patologie

 

Nella rilevazione settimanale di Fiaso sono stati analizzati i ricoveri distinguendo tra i pazienti ricoverati a causa del Covid, e dunque affetti da una sintomatologia polmonare e delle vie respiratorie, e i pazienti positivi ma asintomatici, ricoverati in ospedale per altre patologie. Il report riguarda solo gli adulti.

 

Complessivamente in 19 degli ospedali sentinella Fiaso sono ricoverati nelle aree Covid 1.949 pazienti: il 67,2% ha sviluppato la malattia da Covid e ha una patologia polmonare e delle vie respiratorie mentre il 32,8% dei pazienti è positivo ma si trova in ospedale per curare altre patologie e, nella maggior parte dei casi, ha scoperto di essere positivo al virus solo al momento del ricovero che prevede il tampone. Più di due terzi di questo ultimo gruppo di soggetti ricoverati “con Covid” era correttamente vaccinato e per questo è stato protetto dallo sviluppo della malattia tanto che in ospedale ci è finito per differenti patologie.

Il dato che emerge dai 19 ospedali sentinella conferma lo studio Fiaso a cui avevano aderito 6 grandi aziende ospedaliere e che aveva anticipato come un terzo dei ricoveri fosse composta da asintomatici al Covid ma con altre patologie.

 

Diversa, tuttavia, la situazione delle Rianimazioni dove il peso dei pazienti asintomatici al Covid e affetti da altre malattie è del tutto residuale. In Terapia intensiva solo il 10% dei pazienti positivi al Sars-Cov-2 è ricoverato per altre patologie: in particolare di questi pazienti senza sintomi Covid ma positivi al virus il 36% è finito in Rianimazione per un ictus, un infarto o una emorragia cerebrale; il 27% ci è arrivato per uno scompenso internistico; il 18% a seguito di un trauma o di un incidente e il 13,6% è in un letto di rianimazione per un intervento chirurgico indifferibile a cui ha dovuto sottoporsi ugualmente nonostante la positività.

 

“Le valutazioni sui modelli organizzativi e sulle misure da adottare non possono non tenere conto che i pazienti in Terapia intensiva malati di Covid, dunque con sintomi polmonari, sono la quasi totalità e quindi il peso della pandemia sulle Terapie intensive continua a essere forte – commenta il Presidente di Fiaso, Giovanni Migliore –. Per il 90%, infatti, i posti letto nelle Rianimazioni sono occupati da chi ha sviluppato la malattia da Covid e si tratta per la maggior parte di non vaccinati. L’osservatorio sulle rianimazioni, infatti, rappresenta il vero termometro dell’epidemia: la pressione determinata dal virus è ancora importante, per questo provvedimenti e limitazioni indirizzati a frenare la circolazione del virus sono ancora essenziali”.

 

“Diversa la situazione dei ricoveri di positivi al virus nei reparti ordinari che sono un terzo del totale: per coloro che, pur contagiati, hanno bisogno di altre cure, occorre creare dei setting assistenziali multispecialistici – continua Migliore -. È del tutto evidente che, infatti, essendo pazienti positivi al virus Covid non possono essere assistiti nei reparti di cardiologia, di neurologia, di ortopedia insieme ai pazienti che non sono stati contagiati dal virus. Dobbiamo quindi ospedalizzarli in strutture dedicate, in cui i diversi specialisti possano intervenire ciascuno per le proprie competenze. È una grande sfida organizzativa e gestionale per i nostri ospedali che comporta anche la necessità di incrementare il personale, creando un doppio percorso assistenziale dato che gli operatori devono indossare tute e mascherine di protezione per entrare in ambienti infetti”.

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