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Medicina
“Le trombosi uccidono 200mila italiani l’anno ma il problema sono i vaccini"

 “Sono sconcertata. Tutti parlano, anche troppo, e si sta creando una grandissima confusione. Le persone hanno paura dei vaccini e questo mi pare folle. In Italia abbiamo 600mila casi all’anno di ictus, infarti, embolie e altri episodi e muoiono ogni anno 200mila persone ma ora la parola ‘trombosi’ sembra legata solo a questo o quel vaccino”.

Così la dottoressa Lidia Rota Vender, Presidente di ALT Onlus (Associazione Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari) commenta l’allarme di questi giorni sui vaccini Johnson@Jonhson e Astrazeneca.

“Manca una vera informazione sui rischi e sui sintomi che davvero devono preoccupare, ma non solo dopo aver fatto il vaccino, è un discorso che vale in generale nella vita di tutti i giorni. Sono sopraffatta da centinaia di mail di persone che mi chiedono consigli, persone che hanno avuto fenomeni di trombosi o che prendono farmaci e che sono terrorizzate all’idea di fare il vaccino anti-Covid. La parola ‘trombosi’ è balzata alla ribalta come strumento di terrore. Ma la realtà è che il rischio di subire un danno di questo tipo dopo un vaccino è di uno su un milione. Ovviamente ciascuno di noi teme di poter essere proprio quell’unico caso e il bombardamento mediatico non aiuta”.

“La prima cosa che mi chiedono è se possono fare Astrazeneca o se li ucciderà. Rispondo che tutti i vaccini possono portare effetti collaterali come l’attivazione inappropriata del sistema di coagulazione. Ripeto, tutti i vaccini. Non solo quelli anti Covid. Così come tutti i farmaci possono dare effetti indesiderati. Ogni persona ovviamente è un caso a sé e va valutato in tal senso, soprattutto se ha avuto un’esperienza di trombosi o soffre di un problema genetico. Ma un dato è fondamentale: se si prende il Covid allora la complicanza per trombosi è di oltre il 25% dei casi. Ma in quella situazione l’ospedale, il medico, mettono in campo tutti gli interventi necessari.

Quello che ognuno può fare è valutare se stesso e i propri fattori di rischio. Chi prende già anticoagulanti è sicuramente già più protetto, così come chi prende antiaggreganti. Ma è importante capire che la presenza di alcuni sintomi dopo aver fatto un vaccino è normale. Si parla con il medico, si valuta,  non ha senso allarmarsi per un lieve mal di testa o un gonfiore localizzato” conclude Rota Vender.

Proprio il prossimo 21 aprile si celebra la 10° Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi. Per l’occasione, ALT Onlus - che da oltre trent’anni è in prima linea per sensibilizzare la popolazione sui fattori di rischio, sui sintomi e sulle conseguenze della trombosi e sulle misure necessarie per evitarla- racconta e raccoglie le storie di chi ha subito eventi di questo tipo.

L’obiettivo è spiegare con un linguaggio semplice e comprensibile a tutti che la Trombosi si deve conoscere, si può riconoscere e la si evita. I sintomi di una Trombosi dipendono dall’organo che la Trombosi colpisce.

 

Se il Trombo si forma in una vena di una gamba o di un braccio compaiono gonfiore, dolore, rossore, a volte crampi che non passano. Se il trombo si forma in una vena del cervello compare un mal di testa mai avuto prima, molto forte, con la sensazione di avere la testa piena, che non passa con un antidolorifico.

Se il trombo si forma in un’arteria impedirà all’ossigeno di arrivare alle cellule che soffrono e muoiono. I sintomi sono tanto più gravi quanto più grande è l’arteria ostruita dal trombo e quanto più importanti sono le cellule che rimangono senza ossigeno: un trombo che ostruisce il fluire del sangue in un’arteria del cervello toglie ossigeno e vita a neuroni che comandano funzioni fondamentali come il linguaggio, il movimento, la sensibilità, che quindi si perdono. Se il trombo si forma in un’arteria coronaria uccide una parte del cuore, le cellule muoiono, compare un dolore come una spada che trafigge il petto, che può irradiarsi al braccio o al dorso o alla mandibola, il respiro si fa corto, il cuore perde la sua efficienza, si muove in modo non ritmico e tutte le cellule del corpo soffrono perchè la pompa cardiaca funziona male e il sangue in periferia non arriva.

 

Se il trombo si forma in una vena e libera frammenti questi viaggiano nel sangue e arrivano al polmone causando embolia polmonare: il respiro si fa corto, compaiono strisce di sangue nel catarro, un dolore acuto si manifesta alla schiena, la fronte suda, la sensazione di perdere i sensi si fa sempre più vicina.

 

La 10° Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi è un’edizione interamente digitale: tutti sono invitati a partecipare inviando la propria storia ad alt@trombosi.org, raccontata con un testo breve di 20 righe, oppure con un audio o un video breve di tre minuti. Le vostre storie saranno pubblicate sul sito http://www.giornatatrombosi.it/. Aggiornamenti e informazioni saranno disponibili sul sito internet e sui canali social Facebook e Instagram di ALT.

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