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Medicina
Oncologia, Speranza: "Mezzo miliardo per le prestazioni bloccate dal Covid"

Oncologia, il ministro della Salute Roberto Speranza al meeting di ACC annuncia: "Mezzo miliardo per il recupero delle prestazioni bloccate dal Covid"

Uno dei costi indiretti più gravosi della pandemia di Covid-19 è aver bloccato prestazioni destinate a pazienti di altre patologie, tra cui i malati oncologici.

Per questo è importante la presa di posizione del ministro Roberto Speranza, che all’apertura dei lavori dell’Annual Meeting della Rete Oncologica Nazionale – Alleanza Contro il Cancro, in corso a Bari, ha detto: "L’epidemia da SARS-COV-2 ha causato un rallentamento nell’attuazione dei programmi di screening e ciò ha influito sulle diagnosi precoci di molte patologie, tra cui quelle tumorali. Per favorire il recupero delle prestazioni diagnostiche e terapeutiche il Ministero della Salute ha promosso un primo finanziamento straordinario di circa mezzo miliardo, mettendolo a disposizione delle Regioni, poi esteso per tutto il 2021. Dovremo insistere su questo terreno".  

Speranza ha ringraziato Alleanza Contro il Cancro "che attraverso i suoi centri di eccellenza ed avanzati programmi di ricerca clinica e traslazionale contribuisce ad elevare i livelli di assistenza, cura e riabilitazione dei pazienti oncologici su tutto il territorio nazionale. Guardiamo al domani – ha concluso il Ministro – facendo tesoro delle conoscenze acquisite e avendo piena fiducia nella scienza". 

Ad ACC, la Rete oncologica nazionale fondata nel 2002 dal Ministero della Salute, aderiscono 28 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), AIMaC, Italian Sarcoma Group, Fondazione CNAO e Istituto Superiore di Sanità – che ne ospita gli uffici. La missione di Alleanza contro il Cancro è portare l’innovazione tecnologica e organizzativa dalla ricerca di base alla pratica clinica, elevando e uniformando il livello di assistenza, cura e riabilitazione dei Pazienti oncologici su tutto il territorio nazionale. 

Aprendo i lavori del meeting, organizzato in collaborazione con la Rete AMORe, il Presidente di ACC, Ruggero De Maria ha spiegato che "l’obiettivo è portare innovazione nella pratica clinica per aumentare i livelli dello standard nel Paese", uno sforzo che, ha detto ancora, "pone problemi di complessità, soprattutto dal punto di vista territoriale che proviamo a superare come sta accadendo, ad esempio, in Sicilia". De Maria ha confermato che la Rete, alla quale sono associati 28 Irccs, Fondazione CNAO, Istituto Superiore di Sanità, Italian Sarcoma Group e Aimac, sta ulteriormente crescendo annunciando a questo proposito novità già nelle prossime ore. 

Il Presidente di ACC, parlando ai 600 partecipanti alla riunione collegati on line e ai colleghi in presenza a Bari, ha informato sull’imminente avvio della parte attiva del progetto GerSom "in cui, portando la genomica nella pratica clinica e nella vita di tutte le persone, cerchiamo di anticipare quello che il progresso ci porterà: scriniamo pazienti a rischio e familiari che possono avere una predisposizione genetica al cancro, una pratica che ci permetterà forte impatto nella prevenzione".

Parlando poi del progetto Health Big Data (finanziato con 55 milioni di euro dal MEF e coordinato dal Ministero della Salute e ACC, coinvolge 51 IRCCS afferenti anche alle altre due reti Neuroscienze e Cardiologica ed è gestito in collaborazione con il Politecnico di Milano), De Maria ha parlato di "momento estremamente importante per la sanità del Paese perché metterà a disposizione della ricerca, e ci auguriamo anche della pratica clinica, l’analisi dei big data. Uno sforzo che parallelamente si sta compiendo anche a livello europeo grazie allo sforzo che stiamo facendo con Digicore (network europeo di istituti) ossia l’analisi dei dati real world per generare real world evidence che più avanti ci restituirà una medicina sempre più precisa, più efficace e a costi più contenuti rispetto al presente». ACC, come ha detto il suo Presidente, è diventato il riferimento per la ricerca oncologica nel Paese «collaboriamo con AIOM e SIAPEC, associazioni con cui facciamo sinergia, un effort che ci vede tutti uniti anche in chiave europea visto che l’UE chiede che entro il 2030 almeno il 90% dei pazienti oncologici venga curato nell’ambito di Comprehensive Cancer Center certificati, credo che l’Italia da questo punto di vista sia una delle nazioni meglio posizionate". 

 

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