Milano
Milano Cortina 2026, il sollecito della Corte dei Conti: "Aggiornare il cronoprogramma dei lavori"
Dopo il ricorso del GIP alla Consulta sulla natura della Fondazione Milano Cortina arriva anche il rilievo della magistratura contabile sullo stato dei lavori per i Giochi

La pista da bob di Milano Cortina
Milano Cortina 2026, il sollecito della Corte dei Conti: "Aggiornare il cronoprogramma dei lavori"
Non solo il ricorso presentato dal GIP di Milano alla Corte Costituzionale sulla natura giuridica della Fondazione Milano Cortina 2026: anche la Corte dei Conti è intervenuta sul dossier dei XXV Giochi Olimpici Invernali, richiamando l’attenzione sulle risorse, i tempi e l'attuazione del piano infrastrutturale. La Sezione centrale di controllo della Corte ha, infatti, approvato nella prima seduta della settimana la relazione sul Fondo opere infrastrutturali per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, che «analizza l’impiego delle risorse per l’attuazione degli interventi stradali e ferroviari previsti e la verifica del rispetto delle tempistiche entro la data di inizio dei Giochi».
"Novantotto cantieri da concludere entro il 2025"
La magistratura contabile ha tuttavia «sollecitato un puntuale aggiornamento dei cronoprogrammi» da parte della Società Infrastrutture Milano Cortina 2020‑2026 (SIMCO) S.p.A., come previsto dalla "Legge Olimpica" del 2020, chiedendo «un coordinamento interistituzionale anche tra soggetti attuatori (ANAS e RFI) e un’efficiente programmazione finanziaria, di pari passo con l’avanzamento fisico dei lavori». A tal proposito, dei 111 interventi complessivi previsti tra Lombardia, Veneto, Trentino e Alto Adige, la Corte segnala che «98 risultano a completa copertura finanziaria da concludere entro il 2025 (o oltre, se non indispensabili ai Giochi)» e che sono «solo 3 i lavori stradali, ancora a copertura parziale, che potranno essere realizzati per fasi funzionali, in relazione alla progressiva disponibilità delle risorse».
"Porre attenzione su coperture assicurative, sostenibilità e sicurezza"
Venendo al lato economico, la Corte ricorda che il piano complessivo di investimenti, «destinatario dal 2020 di appositi stanziamenti in bilancio», è stato «aggiornato nel 2022 a causa del trend inflattivo post-pandemico e dell’aumento dei costi delle materie prime e dei prezzi». Nonostante ciò, «già nel primo semestre del 2023 molte opere erano ancora alle fasi iniziali e poche in cantiere, a causa, tra l’altro, di complessità progettuali». Tale situazione ha reso necessario «all’inizio del 2024, riorganizzare con Legge il sistema della governance» e, a settembre 2025, le «risultanze (...) appaiono eterogenee per tipologia di opere». I magistrati hanno, inoltre, raccomandato «coperture assicurative e misure di sicurezza, fino alla riconsegna, per le opere essenziali e indifferibili in gestione temporanea prima del completamento», nonché «una puntuale manutenzione degli impianti sportivi e un loro utilizzo sostenibile, anche attraverso la revisione del piano economico-finanziario e forme di partenariato, al fine di ridurre la spesa per gli enti pubblici futuri proprietari e, dunque, per la fiscalità generale». A tutela del patrimonio pubblico è stata suggerita «la previsione di una destinazione vincolata delle infrastrutture al momento della loro cessione».
"Le infrastrutture siano patrimonio durevole per il Paese"
In definitiva, pur prendendo atto degli «sforzi normativi compiuti», dei rifinanziamenti e dei commissari straordinari per alcune opere, la Corte auspica «la massima attenzione nell’esecuzione finale del Piano, che postula, per un uso corretto dei fondi, un efficace coordinamento operativo e un controllo costante». L’obiettivo è che «le infrastrutture essenziali siano pronte per l’appuntamento di Milano-Cortina 2026 e che divengano un patrimonio stabile e durevole per il Paese, massimizzando le ricadute positive sul territorio».











