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Milano
Scuolabus dirottato: Sy, molestie su ragazzina e patente ritirata per alcol
Foto: LaPresse

Scuolabus dirottato: Sy, molestie su ragazzina e patente ritirata per alcol

L'azienda Autoguidovie, di cui era dipendente Ousseynou Sy, il dirottatore del bus con 50 bambini a San Donato Milanese "sapeva del caso di molestia ai danni di una ragazzina" di cui Sy era stato protagonista qualche anno prima. A dichiararlo e' un collega dell'autista di origini senegalesi, accusato di strage, incendio e resistenza per i fatti del 20 marzo scorso, sentito oggi come testimoni in Corte d'Assise a Milano. L'azienda "secondo me doveva sapere perche' la vicenda era stata resa pubblica ed era sui giornali" e in base a questo "lo aveva sospeso per un periodo", ha aggiunto. Il fatto inoltre "era noto tra i colleghi", perche' se ne era parlato e perche' lo stesso collega "era stato chiamato a testimoniare".

Sy inoltre era stato oggetto della sospensione della patente per guida in stato di ebbrezza: un episodio che pero' non aveva segnalato al datore di lavoro, come invece avrebbe avuto l'obbligo di fare: "A me aveva detto di essere andato in Francia da un familiare e per questo di essere stato assente dal lavoro per 6 mesi" ha approfondito il teste; al contrario e' emerso che Sy si era assentato a causa del provvedimento. L'autista senegalese che dirotto' lo scuolabus con l'intenzione di arrivare all'aeroporto di Linate e poi gli diede fuoco, in passato era anche stato oggetto di alcuni richiami disciplinari da parte dell'azienda per alcune deviazioni che aveva compiuto rispetto ai percorsi stabiliti. 

Collega Sy, mi chiese di comprare un taser per lui 

Una decina di giorni prima di dirottare il bus con a bordo 50 bambini a San Donato, Ousseynou Sy aveva chiesto ad un collega di comprare per lui un taser, ovvero una pistola elettrica, che e' poi effettivamente arrivata all'uomo il giorno dopo i fatti. A raccontarlo e' lo stesso collega, che consegno' il taser ai carabinieri e ora e' teste nel processo in corso in Corte d'Assise a Milano. "Me l'aveva commissionato ed era insistente, mi chiedeva spesso, anche tramite messaggi 'quando arriva, quando arriva?', ha aggiunto il teste. "Io ne possedevo uno. A me disse che lo voleva perche' si sentiva infastidito da alcuni passeggeri", ha aggiunto il collega. Inoltre Sy aveva chiesto in precedenza anche informazioni su un disturbatore di frequenze per interrompere la tracciabilita' del cellulare: "Mi chiese come si chiamava quel dispositivo e gli dissi che si chiama jammer", ha specificato il teste. La stessa versione e' stata confermata da un altro testimone , il quale ha raccontato di aver precisato a Sy che si tratta di un "dispositivo illegale".

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