Dazi auto USA, Volkswagen tratta con Trump: nuovi impianti in cambio di accordo - Affaritaliani.it

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Dazi auto USA, Volkswagen tratta con Trump: nuovi impianti in cambio di accordo

Il CEO Oliver Blume svela le trattative in corso con Washington: investimenti massicci, nuovi stabilimenti e un dialogo costruttivo per scongiurare le tariffe

Redazione Motori

Nel delicato equilibrio tra industria, diplomazia e strategie globali, Volkswagen ha scelto la strada del dialogo per affrontare la questione dei dazi automobilistici imposti dagli Stati Uniti.

Il CEO Oliver Blume, in un’intervista concessa alla "Süddeutsche Zeitung", ha rivelato che il gruppo tedesco è impegnato in colloqui costanti con le autorità americane, offrendo in cambio un pacchetto di investimenti consistenti nel mercato statunitense. L’obiettivo: rafforzare la presenza industriale di VW in loco e ottenere, in cambio, condizioni commerciali più eque.

Il contesto è noto. Dopo che l’amministrazione americana ha introdotto dazi aggiuntivi del 25% sulle auto importate, il comparto automotive europeo – con la Germania in prima linea – ha visto vacillare l’equilibrio delle esportazioni verso il primo mercato estero per valore e volume. Solo nel 2024, secondo i dati della VDA, sono stati esportati oltre 450.000 veicoli tedeschi verso gli Stati Uniti. Un numero destinato a ridursi, se le tariffe non venissero riconsiderate.

Blume non ha lasciato spazio a interpretazioni: “Io stesso sono stato a Washington e da allora siamo in contatto regolarmente”. Una presenza diretta e costante, che segnala quanto la questione sia strategica per il gruppo. Il CEO ha spiegato che i colloqui principali si svolgono con il Segretario al Commercio, ma che inevitabilmente queste tematiche arrivano fino alla Casa Bianca. “Finora abbiamo avuto conversazioni assolutamente eque e costruttive”, ha detto Blume, sottolineando il clima di collaborazione.

L’offerta sul tavolo da parte di VW è chiara: investimenti massicci nel mercato americano. Oggi il gruppo impiega oltre 20.000 persone negli Stati Uniti, dove produce autovetture, autobus scolastici e veicoli commerciali. Un impegno industriale che non si limita a mantenere le attività attuali, ma mira a crescere: “VW sta costruendo un nuovo stabilimento per il marchio Scout e con ulteriori investimenti massicci ci costruiremo sopra”, ha dichiarato Blume.

Il marchio Scout, che richiama una gloriosa tradizione di fuoristrada americani, rappresenta per Volkswagen la chiave per entrare in modo più profondo nel cuore produttivo e culturale del mercato a stelle e strisce. A Chattanooga, Tennessee, l’impianto produttivo è già una realtà consolidata, ma con Scout si punta a qualcosa di più ambizioso: un veicolo elettrico, progettato e costruito negli USA, per gli USA. Una scommessa che parla la lingua dell’industria americana e che potrebbe, anche simbolicamente, smussare la rigidità delle tariffe.

Volkswagen non è però sola in questa partita diplomatica. Anche BMW e Mercedes-Benz hanno intrapreso un percorso simile. Oliver Zipse, CEO del gruppo BMW, ha recentemente ricordato come l’investimento di lungo periodo in territorio americano – a Spartanburg, South Carolina, si trova lo stabilimento BMW più grande al mondo – sia stato decisivo per farsi ascoltare e rispettare a Washington. Mercedes, secondo quanto riporta Handelsblatt, è anch’essa in trattativa con l’amministrazione statunitense.

Il tema dei dazi non è soltanto una questione di numeri, ma di equilibrio strategico. Gli Stati Uniti cercano di rafforzare la propria industria domestica incentivando la produzione interna e disincentivando l’importazione. I gruppi tedeschi rispondono con un piano industriale che guarda al lungo termine, puntando su localizzazione produttiva, sostenibilità e innovazione. In altre parole, non solo un compromesso, ma una ridefinizione strutturale del proprio approccio al mercato americano.

Quando arriverà una decisione definitiva? Blume è cauto: “Anch’io vorrei che accadesse velocemente. Ma dipende da molti fattori e non posso promettere nulla. Ci vorrà il tempo necessario”. È il tempo della diplomazia, ma anche della strategia industriale. E Volkswagen sembra intenzionata a giocare entrambe le partite con attenzione.

Volkswagen negli Stati Uniti: Dipendenti: oltre 20.000 Produzione: veicoli passeggeri, scuolabus, veicoli commerciali Stabilimenti principali: Chattanooga (TN), nuovo impianto per Scout in fase di sviluppo Mercato USA: oltre 450.000 veicoli esportati dalla Germania nel 2024 (dati VDA) Dazi imposti: +25% sulle auto importate da aprile 2024