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Elle e Lancia unite a Milano: insieme contro la violenza sulle donne
Nella cornice de Le Cavallerizze, Elle Italia e Lancia firmano una serata di impegno civile. Tra monologhi toccanti e progetti concreti, il focus è sul 1522.











Non è stata una celebrazione formale, né tantomeno un rito di passaggio obbligato quello che ha animato Le Cavallerizze a Milano.
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, lo spazio milanese si è trasformato in un laboratorio di idee e di emozioni, ospitando l’evento “Insieme per proteggere. Creiamo Futuro, non barriere”. Una serata voluta fortemente da Elle Italia in sinergia con Lancia, che ha deciso di non limitarsi alla superficie del problema, ma di scendere in profondità, lì dove le parole pesano e le azioni possono fare la differenza. L’obiettivo non era solo sensibilizzare, ma costruire un ponte solido tra maschile e femminile, un dialogo che troppo spesso appare interrotto o distorto.
Un palcoscenico per il cambiamento culturale
La serata si è inserita nel più ampio respiro del progetto Road to Elle Active!, un percorso che il magazine porta avanti con costanza per esplorare le nuove geografie dell'empowerment femminile. Se gli appuntamenti estivi al Teatro Gerolamo avevano già tracciato la via, questo evento ha segnato un punto di svolta per l'intensità dei contenuti proposti. Non si è trattato di un semplice susseguirsi di ospiti, ma di una narrazione corale dove ogni voce ha aggiunto un tassello fondamentale alla comprensione del fenomeno. La direttrice di Elle, Manuela Ravasio, ha fatto gli onori di casa introducendo un parterre d’eccezione, dimostrando come la lotta alla violenza di genere non possa essere delegata a un solo settore della società, ma richieda un’alleanza trasversale tra media, aziende, sport e cultura.
L’educazione emotiva come primo antidoto
Il dibattito si è aperto toccando nervi scoperti della nostra convivenza civile. Camila Raznovich, reduce dal successo del suo spettacolo Lovelife, ha portato sul palco un tema cruciale: l’educazione emotiva. La conduttrice ha sottolineato come la prevenzione inizi molto prima che si verifichi l’abuso, partendo dalle scuole e dalle famiglie, insegnando ai ragazzi e alle ragazze a riconoscere e gestire i propri sentimenti. È un lavoro di semina culturale che trova eco anche nelle parole di Carlotta Sanzogni, Digital Advisor di Il Libraccio, che ha ribadito il potere salvifico della letteratura. I libri non sono solo evasione, ma strumenti potenti per decodificare la realtà e comprendere le dinamiche relazionali tossiche prima che diventino trappole. In questo contesto, anche lo sport ha offerto una testimonianza preziosa: i campioni di pattinaggio Sara Conti e Niccolò Macii hanno raccontato la loro esperienza di coppia sul ghiaccio e nella vita, dimostrando come il rispetto reciproco sia la base di ogni successo condiviso, lontano da logiche di prevaricazione.
La potenza del teatro contro il silenzio
Il momento forse più vibrante della serata è arrivato quando le luci si sono abbassate per lasciare spazio a Cristiana Capotondi. L’attrice ha portato in scena Faces, un monologo che ha squarciato il velo di indifferenza che spesso avvolge le storie di abuso. Sola sul palco, la Capotondi ha dato corpo e voce alle mille sfaccettature della violenza, che non è fatta solo di lividi visibili, ma di un sottile e costante lavorio di controllo psicologico, manipolazione e potere. La sua performance non è stata solo un esercizio di stile, ma un atto politico: rompere lo schema del silenzio. Il messaggio finale del monologo è risuonato come un imperativo morale per tutti i presenti: la violenza sulle donne non è una questione privata da risolvere tra le mura domestiche, né un problema che riguarda solo le vittime. È una responsabilità collettiva che interroga ogni cittadino, ogni giorno.
L’airbag rosa: quando la sicurezza diventa simbolo
La seconda parte dell’evento ha visto una tavola rotonda dal titolo “Sensibilizzare e proteggere”, dove il dialogo si è spostato sulle soluzioni concrete. Qui è emerso con forza il ruolo di Lancia, rappresentata dalla CEO Roberta Zerbi. L’azienda automobilistica ha scelto di non limitarsi al proprio core business, ma di utilizzare la propria voce per amplificare un messaggio vitale. La campagna “Insieme per proteggere”, realizzata con l’agenzia creativa 777, è stata il fulcro di questo impegno. Roberta Zerbi ha illustrato la genesi di questa iniziativa, che sfrutta un’analogia visiva di straordinario impatto: così come l’auto dispone di sistemi di sicurezza avanzati per proteggere i passeggeri, anche le donne vittime di violenza devono avere strumenti di protezione immediata.
Il video della campagna, mostrato durante la serata, utilizza l’immagine di un airbag che esplode in slow motion, ma con una particolarità: è rosa. Questo simbolo visivo non è solo estetico, ma rappresenta la rete di salvataggio offerta dal numero 1522, il servizio pubblico antiviolenza e stalking. L’idea è semplice ma rivoluzionaria: trasformare un oggetto tecnico in un’icona di speranza e salvezza. Cristiana Capotondi, che aveva già prestato il volto alla campagna “Punch” di Lancia nel 2022, ha rinnovato il suo sostegno, confermando come la continuità nell’impegno sia fondamentale per scardinare vecchi retaggi culturali.
Un impegno che va oltre la ricorrenza
Le parole di Roberta Zerbi hanno chiuso idealmente il cerchio, ricordando che l'indignazione a data fissa non basta. "Non ci sono momenti ideali per lanciare una campagna di sensibilizzazione", ha affermato la CEO, "perché ogni istante è quello giusto per dire no alla violenza". L'evento di Milano ha dimostrato che le aziende possono essere agenti di cambiamento sociale, andando oltre il profitto per abbracciare cause che riguardano la salute della collettività. La collaborazione con Elisa Ercoli, Presidente di Differenza Donna, ha garantito che ogni iniziativa avesse un riscontro pratico e non solo mediatico, offrendo supporto reale a chi cerca una via d'uscita. Mentre gli ospiti lasciavano Le Cavallerizze, la sensazione diffusa era che qualcosa di importante fosse stato seminato: la consapevolezza che il futuro si costruisce abbattendo le barriere della paura e dell'isolamento, proteggendo insieme la libertà di ogni donna.
