Auto e Motori
Stellantis, svolta di Imparato: l’Italia torna centrale nella nuova strategia europea
Jean-Philippe Imparato conferma lo stop alla riforma dei concessionari in Europa e preannuncia nuove richieste a Bruxelles per sostenere l’industria automotive europea.

Jean-Philippe Imparato
Stellantis cambia passo. Dopo anni di tensioni e confronti accesi con i rivenditori europei, il colosso nato dalla fusione tra PSA e FCA ha deciso di sospendere il contestato piano per la revisione della rete di distribuzione.
A comunicarlo è stato Jean-Philippe Imparato, responsabile Stellantis per la regione Enlarged Europe, nel corso dell’Automotive Dealer Day 2025 a Verona. Le dichiarazioni, riportate da Automotive News Europe, segnano una svolta inattesa rispetto alla strategia voluta dall’ex CEO Carlos Tavares, che aveva promosso un passaggio verso il cosiddetto “modello di agenzia”.
Un modello che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto ridurre i costi strutturali, semplificare il rapporto con il cliente e garantire maggiore controllo sui prezzi da parte del costruttore. Ma la realtà è stata ben più complessa, tanto che in molte aree europee i concessionari hanno manifestato forti resistenze, lamentando una compressione dei margini e un indebolimento del proprio ruolo nel processo di vendita.
Fine della corsa per il modello agenzia? Solo in parte
Il piano, lanciato nel 2021, prevedeva la chiusura dei contratti in essere con i dealer tradizionali per sostituirli con accordi da "agente", in cui Stellantis sarebbe diventato il venditore diretto al cliente finale, mentre il concessionario avrebbe agito da intermediario logistico e consulenziale. Ma il malcontento crescente nel settore retail, aggravato dalla situazione macroeconomica e dall’incertezza normativa, ha spinto il gruppo a rivedere la propria posizione.
Imparato ha chiarito che il modello resterà attivo solo nei mercati in cui è già stato implementato, come Austria, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi, dove la transizione è stata avviata nel 2023. In tutti gli altri Paesi europei, Italia compresa, si manterrà il quadro classico della concessionaria.
La decisione è anche conseguenza diretta del cambio di leadership, con Tavares uscito di scena a dicembre, e l’arrivo di una nuova fase strategica che punta alla flessibilità operativa e alla coesione con la rete vendita, in un momento in cui l’elettrificazione richiede grandi investimenti ma anche grande equilibrio tra innovazione e sostenibilità economica.
Verso un nuovo patto per l’industria europea
Ma la notizia più significativa riguarda forse un altro fronte: quello delle richieste all’Unione europea. Imparato ha confermato che Stellantis presenterà a Bruxelles una serie di proposte per sostenere la competitività industriale del continente, messa sotto pressione da costi energetici elevati, manodopera cara e normative stringenti.
Tra le misure proposte, spicca l’introduzione di un programma di rottamazione valido a livello europeo, pensato per incentivare il ritiro delle vetture più vecchie di 10 anni e stimolare la domanda di modelli a basse emissioni. Un intervento che potrebbe avere ricadute immediate sulla rete dei concessionari, riportando traffico nei saloni e accelerando il rinnovo del parco circolante.
Non solo: Stellantis chiederà anche sussidi pubblici per la produzione di batterie destinate ai veicoli elettrici, con un contributo auspicato di 40 euro per kWh, circa il 50% del costo attuale di produzione. Un’iniziativa che si inserisce nel tentativo di costruire una filiera europea del battery pack, competitiva rispetto all’Asia, e più resiliente alle tensioni geopolitiche globali.
Focus Italia: aggiornamento del piano produttivo
Sul fronte italiano, Imparato ha annunciato che a breve sarà presentato un aggiornamento del piano industriale di Stellantis per il nostro Paese, inizialmente svelato lo scorso dicembre. “Alcune cose sono cambiate da allora” – ha dichiarato – riferendosi anche alla recente decisione della Commissione Europea di posticipare di tre anni l’applicazione delle norme Euro 7, inizialmente previste per il 2025.
Il nuovo piano terrà conto di queste evoluzioni normative e includerà nuovi focus su motori e sul rilancio del marchio Maserati, considerato strategico ma in difficoltà commerciale. La presentazione ufficiale dovrebbe avvenire entro giugno 2025, al termine del confronto con il governo italiano.
L’Italia resta al centro della strategia Stellantis, ma la sfida è ambiziosa: rafforzare la produzione, mantenere gli stabilimenti attivi e sviluppare tecnologie competitive, in un contesto dove i costi sono elevati e la concorrenza, interna ed esterna all’Europa, si fa sempre più serrata.
Un futuro meno centralizzato, più negoziato
La scelta di congelare il modello di agenzia appare quindi come una mossa pragmatica, figlia di un’industria che si trova oggi a un bivio. Da un lato l’elettrificazione e la digitalizzazione impongono una trasformazione profonda, dall’altro la rete di vendita continua a rappresentare un asset fondamentale per costruire fiducia, supportare il cliente e sostenere la transizione.
In attesa di nuovi scenari, Stellantis sembra ora orientata a dialogare più apertamente con i dealer, rinunciando – almeno per ora – a riforme unilaterali e scegliendo la via dell’adattamento locale. L’Europa dell’auto resta un mosaico complesso, e anche per un gigante come Stellantis, il cambiamento si misura passo dopo passo.