Addio Casaleggio, errori e meriti del TecnoRobespierre - Affaritaliani.it

Politica

Addio Casaleggio, errori e meriti del TecnoRobespierre

di Pietro Mancini

I 5 stelle, rimasti senza Papà, piangono l'abile comunicatore, che Marco Travaglio ha definito il "TecnoRobespierre", che ha lasciato una difficile eredità a un esercito orgoglioso, sgomento e già diviso sulle prospettive e sulla leadership. Anche quanti dissentono dalle proposte e dalle battaglie politiche dei militanti e dei dirigenti del M5S, devono riconoscere che Gianroberto Casaleggio- un "guru" tanto geniale quanto schivo e riservato- é riuscito, portando la politica in rete, a trasmettere, con efficacia, a milioni di giovani, altrimenti depressi e sbandati, delle speranze, dei sogni, un progetto politico-da realizzare nelle istituzioni e non contro- alternativo a quello, fallimentare, dei partiti della Seconda Repubblica.

E' difficile prevedere se i dirigenti "under 40" saranno all'altezza dei fondatori del movimento, rilanciando il sogno spezzato dal "grillo silente". Certamente, per la democrazia italiana, è positivo che Casaleggio e Beppe abbiano incanalato la protesta e il malcontento popolare in un partito nuovo, che ha commesso degli errori-in primis, la candidatura di Imposimato al Quirinale- ma ha dispiegato una notevole forza innovativa, evidenziata anche dal Capo dello Stato, Mattarella. Costoro, a partire dalle prossime elezioni amministrative, potrebbero essere scelti come i Sindaci di grandi città del nostro Paese, dopo i fallimenti dei primi cittadini, designati dai vertici dei vecchi e logori partiti.

Se eletti, saranno poi i nuovi amministratori, indicati dal movimento Cinque Stelle, a dover dimostrare capacità nell'amministrare e nel gestire macchine complesse. Sinora, tuttavia, a Casaleggio-che era un impasto di modernità e antimodernità e detestava apparire in pubblico e nel Palazzo- oltre a fa entrare cittadini comuni in Parlamento, un merito, politico, forse storico, va riconosciuto : senza le sue intuizioni, spesso non "politically correct", ma efficaci, dirompenti e coinvolgenti, senza i suoi incisivi messaggi sul web, difficilmente, i partiti, in primis quelli maggiori, avrebbero provato a imboccare, senza percorrerla fino in fondo, la strada del rinnovamento e della "rottamazione" di un personale, in gran parte screditato, in primis al Sud. E, nel caso del PD, avrebbero affidato la leadership e poi la premiership a un giovane ex Sindaco, Matteo Renzi, non cooptato dal vertice, come in passato, ma votato, nelle elezioni primarie, da milioni di iscritti. Pietro Mancini