Politica
Alemanno: "Sì alla lotta al terrorismo. Netanyahu? No appoggio incondizionato"

Guerra in Israele/ Alemanno, ex sindaco di Roma e storico esponente della destra sociale, su Affaritaliani.it prende le distanze da Meloni
Alemanno: "Il governo deve smarcarsi dalle direttive dell’Amministrazione Biden"
"Condivido la ferma condanna dell’attacco terroristico di Hamas, ma credo che sia sbagliato tradurre questa condanna in un appoggio incondizionato a qualsiasi iniziativa venga presa dal Governo Netanyahu".
Con queste parole Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma e storico esponente della destra sociale, risponde alla domanda di Affaritaliani.it se condivida il pieno e incondizionato sostegno del governo e della premier Giorgia Meloni a Israele.
"Oggi l’esecutivo israelianao, dopo giorni di bombardamenti a tappeto a Gaza, ha ordinato l’evacuazione di tutta la fascia nord della Striscia, una evacuazione sostanzialmente impossibile per tutti i soggetti più fragili del popolo palestinese che rimarranno sul terreno come scudi umani dei terroristi di Hamas quando comincerà l’attacco di terra israeliano. Inoltre, nulla è stato concesso per costruire credibili corridoi umanitari per portare malati, donne e bambini fuori da Gaza. Insomma, tutto lascia intendere che il Governo Netanyahu voglia reagire ai crimini terroristici con un bagno di sangue a Gaza. Io credo che il Governo italiano proseguendo una politica di amicizia con Israele e di dialogo con il mondo arabo, ma soprattutto di grande attenzione agli aspetti umanitari, debba smarcarsi dalle direttive dell’Amministrazione Biden e chiedere a Netanyahu di basare la sua reazione al terrorismo su un atteggiamento più mirato che eviti di consegnare definitivamente il popolo palestinese ad Hamas".
Pensa che il primo ministro Benjamin Netanyahu abbia commesso degli errori e sia in parte responsabile per quanto sta accadendo?
"Anche importanti fonti israeliane convergono nell’accusare Netanyahu di non essere riuscito a prevenire l’attacco di Hamas e di reagire oggi in modo eccessivo proprio per coprire questa grave mancanza. Non solo: nei 16 anni di governo di Netanyahu si è fatto di tutto per bruciare la prospettiva, sancita dall’ONU, di due popoli e due stati, dando per scontato che la causa palestinese si sarebbe spenta con il tempo. Il risultato è stato quello di delegittimare l’Autorità Nazionale Palestinese e di dare ruolo politico ad Hamas. Quindi le responsabilità antiche e attuali di Netanyahu ci sono e non possono essere cancellate con un bagno di sangue", spiega Alemanno.
La destra che posizione dovrebbe avere sulla questione palestinese?
"La destra e in generale uno schieramento per il cambiamento deve avere un atteggiamento di tutela del nostro interesse nazionale e di indipendenza politica al servizio dei valori umani. In particolare nel Medio Oriente noi dobbiamo mantenere ferma la posizione di due popoli e due stati per Israele e Palestina. È l’unica strada che può garantire una pace duratura in Medio Oriente rispettando il principio dell’autodeterminazione dei popoli. Quindi bisogna battersi contro il terrorismo islamista, ma facendo di tutto per evitare l’identificazione della causa palestinese con le organizzazioni terroristiche. La strada del rispetto dei principi umanitari è la strada maestra per mantenere questo equilibrio. Difendendo anche il nostro interesse nazionale di avere un Mediterraneo di pace e la nostra indipendenza politica da una amministrazione Biden che ha già fallito in Afghanistan e in Ucraina", conclude Alemanno.