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Politica
"Attacchi hacker? E' la nuova guerra. Va combattuta al fianco della Nato"
(fonte Lapresse)

"L'attacco degli hacker alla Regione Lazio? Perché vi sorprendete? Sapete che la Nato, nell'ultimo vertice, ha equiparato gli attacchi cibernetici a quelli via mare, via terra, via cielo? E ha concluso che per fronteggiarli servirà ancora una volta il mutuo soccorso tra i vari Paesi. Insomma, se questa è una guerra nuova per il dominio dello spazio cibernetico, va combattuta insieme com'è sempre stato". Lo afferma Adolfo Urso (Fdi), presidente del Copasir, in una intervista al Corriere della Sera. "L'Italia - prosegue - si sta attrezzando. Vi ricordo che il comitato che oggi presiedo affrontò la questione sin dall'inizio della legislatura, tre anni fa, quando con la presidenza Guerini io ero il vice elaborò una relazione al Parlamento, approvata all'unanimità, in cui si evidenziava come già nel 2018, prima del Covid-19, le azioni ostili cibernetiche cito testualmente erano aumentate del 561 per cento rispetto all'anno precedente e avevano colpito soprattutto, nel 72 per cento dei casi, i sistemi informatici di pubbliche amministrazioni centrali e locali. Quella relazione, inoltre, indicava la necessità di evitare l'utilizzo della tecnologia cinese nelle infrastrutture 5G per meglio garantire la sicurezza nazionale, cosa che sembra finalmente caratterizzare l'azione del governo Draghi".

Urso: "Il guaio degli attacchi cibernetici è che non è mai chiara la fonte"

Non si tratta di temere la Cina, osserva, "il guaio degli attacchi cibernetici è che non è mai chiara la fonte. Mi spiego: tu in base alla tecnologia usata dagli hacker puoi ipotizzare una provenienza, ma il camuffamento in un campo come questo è molto più facile. Perciò bisogna intervenire su altri fronti: realizzare un perimetro di sicurezza cibernetico proteggendo al massimo reti, imprese, banche dati e realizzare il cosiddetto cloud nazionale. E poi, lo indicavamo già in quella relazione al Parlamento, si profila come sempre più necessario l'intervento del legislatore per individuare fattispecie nuove di reato, nuove aggravanti. È giusto mettere mano al codice per aggiornarlo. Gli atti di criminalità cibernetica finanziaria sono allo stato perseguibili facendo ricorso a fattispecie generiche".

"Questi criminali che chiedono il pagamento di riscatti con criptovalute, in Italia e all'estero - sottolinea Urso - non sono una novità. Ma vanno combattuti con strumenti nuovi. Penso all'Autorità europea contro il riciclaggio appena istituita. Ecco, se posso permettermi, sono d'accordo col presidente dell'Abi, Patuelli: la sede giusta sarebbe proprio l'Italia, che nel contrasto al riciclaggio è all'avanguardia". Il decreto licenziato ieri sera in via definitiva dal Senato sulla cybersicurezza "permetterà di partire subito, colmando una grave lacuna. L'Agenzia sarà a regime con 800 dipendenti del più alto livello, presi dalla Pubblica amministrazione e poi anche attraverso gare e chiamate dirette. La resilienza cibernetica diventerà realtà con in campo le imprese, le università, la P.A. e la formazione", conclude.

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